Nemmeno il tempo di gustarsela, la festa. Nemmeno il tempo di farle calcificare negli strati profondi della memoria, le immagini del trionfo. Nemmeno l’idea di costruirci sopra qualcosa ad un’annata irripetibile che, a Saronno, risuonano lente e malinconiche le note di “La festa appena cominciata è già finita…”
E si fa largo, purtroppo, il tempo dedicato all’elaborazione del lutto per una serie B2 che, ormai la rinuncia è ufficiale, resterà un sogno.
“Tutto è successo così fretta e così male che – dice in tono deluso Marco Novati g.m. della Robur Saronno -, non ho ancora avuto il tempo per rendermene conto e, appunto, elaborare il lutto di una perdita che, sportivamente parlando, è davvero grave e pesante. Tuttavia, confermo che è vero: il prossimo anno non saremo ai nastri del campionato di B e di una categoria che avevamo conquistato grazie ad una stagione semplicemente perfetta. Una notizia dolorosa che, nell’aria già da qualche giorno, si è concretizzata poche ore fa quando il presidente Ezio Vaghi è stato costretto a constatare che mancano le risorse economiche, oltre 50.000 euro, per affrontare un campionato come la B. Inoltre, a dare la mazzata definitiva alle nostre deboli speranze, è arrivata pure la decisione di spostare la nostra squadra in un girone che prevede ben otto trasferte in Toscana con un sensibile aggravio di costi che, per le nostre finanze, era già elevatissimo. Insomma: iscriversi al torneo, ovvero fare un passo molto più lungo della gamba, ovvero giocare una mano d’azzardo che non rientra nello stile della Robur, avrebbe voluto dire mettere a serio repentaglio il futuro del club”.
Così, pescato il “cartellino degli imprevisti”, tornate al punto di partenza del 2015: la C Gold…
“Una decisione presa con rammarico perchè – continua Novati -, come potete immaginare i nostri cuori, ma soprattutto quelli dei nostri giocatori e dei componenti lo staff tecnico sono pieni di ambizioni tradite e di desideri delusi ma, come dicevo, la sopravvivenza della società è diecimila volte più importante che disputare un campionato vinto alla grande sul campo per il quale tutti hanno lavorato allo stremo delle forze e che, ovviamente, tutti avremmo meritato. Ad ogni buon conto essere di nuovo alla “punzonatura” della C Gold non rappresenterà un passo indietro, ma solo una sorta di lunga rincorsa verso una stagione, la prossima, che vogliamo vivere, anzi rivivere da grandi protagonisti, rispettando la tradizione che vuole Saronno tra i top-team della categoria. Quindi, sarà ancora C1 e non solo con l’idea di fare benissimo, ma anche con tutte le intenzioni di lavorare a 360 gradi per prepararci meglio ad un eventuale grande salto perchè, se proprio dobbiamo riconoscerci un errore, è stato quello di non aver lavorato prima, di più e in modo massiccio per garantirci l’atterraggio in DNB”.
Prime mosse per il 2017: lascia coach Paolo Piazza, arriva coach Michele Crugnola. 
“Come sottolineavo prima, tutto è successo così in fretta che non ho ancora avuto il tempo materiale per salutare Paolo, abbracciarlo in modo fraterno e ringraziarlo sia per l’eccellente lavoro svolto con noi, sia per il bellissimo rapporto umano e professionale che si è creato nei 18 mesi durante i quali abbiamo lavorato fianco a fianco. Piazza si è infatti dimostrato non solo un tecnico di primissimo ordine, ma anche una persona di grandissimo spessore. Le nostre strade professionali, per ragioni ovvie, si dividono, ma quelle dell’amicizia ci vedranno camminare sempre insieme. Invece, per quanto riguarda l’arrivo di coach Michele Crugnola non posso esprimermi perchè non ho ancora avuto modo di parlarci e conoscerlo. Lo farò nei prossimi giorni, così come la prossima settimana comincerà la lunga serie di colloqui coi giocatori rispetto ai quali dovrò, dovremo, trovare parole importanti e forti motivazioni per convincerli a restare ancora con noi. Immagino che anche per loro sia stato shock, ma l’unica cosa dopo aver preso certi cazzotti è cercare di rialzarsi in fretta e riprendere a correre. E a Saronno fiato per correre e coraggio – conclude Novati -, non sono mai mancati”.

Massimo Turconi