Terza sconfitta in altrettante trasferte per la Openjobmetis, un ruolino di marcia che potrebbe rappresentare un segnale preoccupante se non fosse per le avversarie affrontate finora e per le prestazioni fornite, comunque molto positive in due casi su tre: solo a Brescia, infatti, la squadra allenata da Attilio Caja è stata messa sotto, pur dimostrando buona volontà nel tentativo di rimettere le cose a posto nell’ultimo periodo.

In Irpinia i biancorossi hanno provato a spaventare – riuscendoci per buona parte della gara – i padroni di casa, opponendo al ragionato attacco della Sidigas una tenace difesa a zona e provando a sfruttare le (poche) vulnerabilità dei padroni di casa nell’altra metà campo. Lo spettacolo per la verità non c’è stato, ma per avere chance la Openjobmetis deve puntare su ritmi bassi e controllo dei possessi.

Non per niente, in un primo quarto contrassegnato da bruttissime percentuali da entrambe le parti, Ferrero e compagni hanno mantenuto il controllo del punteggio, preparandosi il terreno per tentare anche una fuga nel secondo periodo: il rammarico per Varese può essere proprio quello di non aver trovato il largo in un momento in cui Avellino – a metà secondo quarto – viaggiava a poco più del 20% dal campo (5/24).

Nella seconda metà di gara, poi, Varese non ha trovato le consuete risposte da Waller (3/11 al tiro) e ha dovuto fare i conti con un Wells (1/11 dal campo) tornato in versione ottobre. Avellino ha provato a capovolgere la situazione a suo favore, con una partenza forte che però non ha incrinato le certezze dei biancorossi.

C’è stato uno scossone finale, con un parziale tutto palle recuperate e contropiedi – in evidenza soprattutto un ottimo Hollis – che ha riportato i biancorossi avanti con due minuti da giocare. A quel punto l’impresa sembrava più che possibile, ma una tripla incredibile di Rich ha cancellato l’entusiasmo di Varese rimettendo tutto in discussione.

Gli ultimi possessi hanno dimostrato la maggiore lucidità di Avellino, con la Openjobmetis che potrebbe aver pagato il grande sforzo fisico dovuto alla strepitosa difesa messa in campo per 40 minuti. È stato Avramovic il simbolo di questo finale confuso, prima con un’indecisione su un tiro da tre non preso con spazio e poi con un errore in entrata. Il serbo è stato comunque protagonista nella rimonta.

Un risultato che non può cancellare quando di buono fatto da Varese anche in questa partita: la competitività della squadra di Caja anche dinanzi ad avversarie di questo calibro e per giunta in casa loro è un fattore più che positivo. Ora la testa è rivolta alla sfida interna – tutt’altro che proibitiva – contro Sassari, una formazione che nell’ultimo periodo appare in difficoltà.

Filippo Antonelli