Cinque vittorie di fila per una risorta Openjobmetis, che ora può addirittura permettersi il lusso di guardare davanti e non indietro in classifica. Il prossimo scoglio è proprio una squadra a pari punti, un fattore che carica ancora di più di motivazioni la partita più attesa dell’anno per i supporters varesini e canturini. Sebbene la corsa playoff sia in salita per entrambe le compagini, nessuna contendente intende sfigurare in una gara di questo tipo.

Coach Attilio Caja vuole però ripartire dalla vittoria su Capo d’Orlando: «Una grande partita, il pubblico ha dimostrato di apprezzare ciò che abbiamo messo in campo e questo ci gratifica. È stato un altro passo importante verso la permanenza in Serie A, ma dobbiamo guardare solo a noi stessi e perciò continuiamo a pensare che per tagliare il traguardo ci manchi ancora una vittoria. La prima opportunità per compiere questo passo è proprio il derby: è dieci anni che Varese non vince in trasferta contro Cantù».

L’allenatore della OJM ha voluto rimarcare la qualità del roster a disposizione di Carlo Recalcati: «Partivano per un posto nei playoff, per cui la principale difficoltà per noi sarà tecnica. Il talento di Johnson e Darden è fuori discussione, l’inserimento di Cournooh è stato di grande impatto e Acker è entrato in condizione. Era qualche anno che non lo si vedeva giocare così. Poi ci sono un tiratore come Pilepic, un playmaker di squadra come Dowdell e due lunghi solidi come Callahan e Calathes».

«Se in preparazione di una gara devo citare così tanti elementi del roster avversario, vuol dire – ha proseguito il coach – che di talento ce n’è tanto. Noi questo lo sappiamo, ma siamo consapevoli delle nostre possibilità. Sono molto felice dei miei giocatori e non invidio nessuno di Cantù: non cambierei nessuno dei miei con qualcuno dei loro, pur rispettando le spiccate qualità che mettono in mostra sul parquet».

Inevitabile, per Caja, commentare anche il divieto di trasferta per i tifosi varesini: «Mi sembra una cosa di comodo. Nella pallacanestro non ci sono particolari problemi, si era detto che i divieti fossero inutili. Evidentemente per qualcuno è meglio lavarsene le mani. Così non si fa altro che togliersi responsabilità e non penso che serva per andare avanti. Sarebbe stata una bella cornice di sport anche perché il nostro pubblico è caloroso sì, ma civile. Togliere le rivalità non rende giustizia al basket perché un derby senza tifosi è meno derby».

Per i giocatori a disposizione del tecnico pavese, però, può anche essere uno stimolo in più: «I nostri tifosi – ammette Caja – ci hanno sempre seguito, anche nei momenti di difficoltà. L’impegno che ci metteremo non sarà superiore rispetto alle altre partite perché è sempre al massimo, ma in questo momento e in queste circostanze ci piacerebbe dare un’ulteriore gioia a chi fa il tifo per noi. Cantù aveva vinto qua, sarebbe bello pareggiare i conti».

La partita d’andata era stata una girandola di emozioni: Cantù – in un momento di difficoltà e con un allenatore nuovo – aveva dominato il primo tempo (chiuso a +20), poi Varese si era rifatta invano sotto nella terza frazione di gioco e infine nel quarto quarto Cantù era fuggita di nuovo. Le due squadre, ora, hanno acquisito diverse certezze in più e arrivano a questo appuntamento con poche fragilità dal punto di vista emotivo:

«L’aspetto tecnico avrà un’importanza primaria perché si affronteranno due squadre – conclude il coach biancorosso – che nell’ultimo periodo hanno fatto vedere buone cose. Noi sappiamo quali sono i nostri pregi e cercheremo di sfruttarli, provando al contempo a limitare i pregi di Cantù. Adesso sono passati sei mesi dall’inizio della stagione, per cui le due squadre sono più consolidate rispetto all’andata e ci sarà più carne al fuoco».

Filippo Antonelli