Uno dei volti nuovi della Varesina è quello di Leonardi Vinasi, il terzino destro che è arrivato a inizio dicembre e che finora ha collezionato quattro presenze in maglia rossoblù. Nato a Roma e cresciuto nelle giovanili della Lazio, il classe 1998 ha già alle spalle due anni di Serie D, una a Gavorrano e quella scorsa divisa tra il Savona e la Sangiovannese. Quest’anno ha nuovamente iniziato al Savona per poi trasferirsi a Venegono Superiore.

Come mai hai scelto la Varesina?
«Ero al Savona e dopo il cambio di allenatore ho trovato meno spazio. Ho preferito cambiare perché, essendo giovane, ho bisogno di giocare. Mi hanno parlato benissimo sia della squadra sia della società e in più mi sono avvicinato alla mia ragazza che è di Milano. Ci siamo conosciuti lo scorso anno in vacanza a Lloret de Mar».

Che ambiente hai trovato?
«Di società del genere ce ne sono poche in queste categorie. Sono organizzati, competenti, è un ambiente sereno e senza pressioni dove si può crescere».

Capitolo carriera, come sono stati gli anni nel Settore Giovanile della Lazio?
«Un’esperienza bellissima che non capita a tutti. Mi reputo fortunato, per me è stata una bella soddisfazione e il mio sogno è quello di giocare un giorno tra i professionisti. Raggiungere la Serie C il prossimo anno sarebbe la mia più grande realizzazione».

Come è stato approdare nel calcio dei grandi?
«Il primo anno lontano da casa a 16 anni non è stato facile, ma per fortuna a Gavorrano ho trovato dei compagni-amici e mi sono abituato in fretta. Sono molto legato alla mia famiglia, sul braccio ho tatuato il nome dei miei nonni Daniela e Giancarlo che mi hanno cresciuto e sono i miei punti di riferimento».

Passando alla squadra, l’obiettivo da inseguire è la salvezza…
«Sono qua dalla sfida con la Folgore Caratese e dico che finora abbiamo raccolto poco rispetto a quanto avremmo meritato. Lo reputo un difetto, una cosa che va corretta. A questo punto è meglio essere meno belli e più concreti».

Il prossimo avversario è il Pavia…
«Mi aspetto la nostra solita prestazione, che non manca mai, raccogliendo però di più. Manchiamo un po’ dal punto di vista della concretezza e questa cosa ci deve spingere a dare di più».

Elisa Cascioli