Cinque giornate, nove punti ed una grande certezza, quella di aver già dimostrato che questo girone parla un po’ anche comasco e lo fa con la Faloppiese Ronago. La squadra che “nessuno conosce” sta iniziando a farsi strada nel raggruppamento A e sta iniziando a far parlare di sé, vuoi per un po’ di naturale curiosità intorno ad una compagine normalmente non inserita in questo gruppo, vuoi perchè quei nove punti la collocano già in zona playoff.

A guidare l’armata ecco mister Marcello Clementi, ex giocatore da 300 e più gol, con un passato anche in serie C e serie D (tra le altre ha indossato le maglie di Legnano, Bellinzona, Arconatese, Voghera ,Gavirate, S. Angelo Lodigiani) e che all’ultima tappa della sua carriera ha optato per “una sosta un po’ più lunga”. “Da giocatore ho chiuso con questi colori addosso, ma l’unione di intenti tra me e questa società era talmente evidente che abbiamo deciso di dare un seguito a questo rapporto, e così sono diventata dapprima allenatore nel settore giovanile, e pre-covid allenatore della prima squadra, ma viste le continue interruzioni possiamo dire che questo potrebbe essere per me il mio primo anno”.

Partiamo da un paio di mesi fa: escono i gironi e la Faloppiese Ronago si trova nel gruppo A, se lo aspettava? È contento di questa scelta?
“Aspettarmelo è una parola grossa, ma ciclicamente ogni 4/5 anni una comasca viene sempre abbinata al gruppo del varesotto, quindi non era nemmeno così improbabile. Devo dire che sono felice di essere stato inserito insieme ai miei ragazzi in questo percorso varesotto, è stimolante e diverso rispetto ai gironi comaschi”.

Diverso sotto quali aspetti?
“Nel comasco ci sono più derby, si vive tutto più emozionalmente e talvolta ne risente il gioco, qui invece c’è un livello tattico e tecnico superiore, c’è più “calcio giocato” per dirla in sintesi, ecco perchè è più stimolante ed ecco perchè penso che la mia squadra si stia adeguando molto bene al contorno, siamo una squadra entusiasta ma che prova ad avere una certe identità e a metterla in campo”.

Potrebbe essere questo uno dei vostri pregi?
“Potrebbe ma partiamo da un presupposto, siamo giovanissimi, in Coppa Lombardia ho fatto esordire due 2004 che almeno una volta a settimana si allenano con, la filosofia della società è questa da anni ed è un motivo per cui io qui mi trovo bene, perchè credo tanto nei giovani e quindi in questo progetto, detto ciò sicuramente dalla nostra abbiamo l’entusiasmo, la voglia di fare, anche un po’ di incoscienza, dall’altro pecchiamo un po’ in esperienza”.

Quindi entusiasmo da un lato inesperienza dall’altro, cosa manca all’appello per poter fare non bene ma benissimo?
“Posso dire cosa non ci manca, ovvero il gruppo. Questo è il nostro punto di forza. Ogni allenamento mi ritrovo con almeno 20 ragazzi che fanno sacrifici per esserci ma che ci sono sempre, mi seguono e questo mi inorgoglisce molto, tra il fare bene e il fare benissimo potrebbe anche esserci un abisso certo è che con una squadra così parlare solo di salvezza sarebbe troppo riduttivo; siamo partiti con il piede giusto, vedremo fin dove arriveremo, ci sono tante variabili che entrano in gioco, vuoi anche la preparazione fatta dopo praticamente due anni di stop, ci sono squadre che magari rendono più adesso ed altre che emergeranno a febbraio, noi speriamo di aver azzeccato le nostre scelte, l’obiettivo resta comunque quello di crescere”.

Che campionato le sembra questo dopo cinque giornate? C’è una squadra che vede favorita?
“Molto combattuto, equilibrato, e lo si capisce ad esempio dal risultato di domenica scorsa tra Ispra e Luino. La classifica recitava un prima contro ultima ma il Luino, anche storicamente, è una piazza dove si fa dell’ottimo calcio e sono certo sia così anche quest’anno perciò quel 4-4 non mi ha stupito più di tanto; e poi parliamo di un campionato ridotto, con 14 squadre, dove si dovrà fare massima attenzione perchè vale tutto doppio, sia una sconfitta, sia una vittoria, il tempo a disposizione per riddurre il gap tra una posizione e l’altra è minore rispetto agli altri anni e questo vale sia se stai davanti sia se stai dietro. Tra le squadre incontrate dico che l’Azzurra Mozzate mi è sembrata la più solida e penso possa avere qualcosa in più, però ci sono realtà che non conosco e che non vedo l’ora di conoscere e di affrontare”.

È stato un bomber di razza, ha giocato anche in altre categorie e su altri palcoscenici, può essere stimolante per i suoi ragazzi oppure è un’arma a doppio taglio?
“Mi auguro e spero che possa essere uno stimolo anche se oggi il mio ruolo è un altro, sono una persona che vive per questo, vive per il calcio, è sempre stata la mia passione e poter essere oggi al servizio di una squadra e di una società è da grande stimolo anche per me, non solo per loro, l’augurio è che questa stagione possa innanzitutto concludersi e poi mi auguro che per la Faloppiese Ronago possa concludersi nel migliore dei modi”.

Mariella Lamonica

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