Dino Zoff una volta disse: “Il portiere impregna di personalità tutta la squadra”; sebbene si possa pensare che valga solo per i grandi numeri uno, questa è la realtà dei fatti. Lo sa bene anche Riccardo Paffumi della Malnatese, classe ’98 che quest’anno dovrà essere un riferimento per tutti i compagni.

Sei uno dei pochi superstiti della passata stagione, cosa ti ha convinto a rimanere?
“Diciamo che la motivazione principale è stata l’affetto che ho per questa maglia: tutti in famiglia hanno giocato nella Malnatese. In estate mi sono state fatte tante proposte, ma mi sono trovato molto bene con il DS Davide Aimetti e abbiamo condiviso le idee per questa stagione. Non avevo bisogno di essere convinto a restare in bianconero”.

Hai detto di aver condiviso le idee per la prossima annata, stagione in cui ci sarà tanta gioventù nel progetto: ti senti ancora più responsabile all’interno dello spogliatoio?
“A 24 anni, per come si è evoluto il calcio, si inizia ad essere considerati anziani a livello di esperienza in campo. Mi sento più responsabile, ma è un compito che volevo fortemente prendermi perché penso mi possa servire un ruolo non relegato solamente alla porta. Voglio che il mio sia un incarico che possa espandersi anche al farmi sentire e a dire la mia in spogliatoio. Siamo rimasti in cinque o sei dalla passata stagione e, secondo me, la società ha scelto di affidarsi a noi per far crescere bene i ragazzi più giovani”.

Avendo citato la tua volontà di essere più responsabile dello spogliatoio ti chiedo: quali sono le tue ambizioni personali per questo campionato?
“A livello calcistico ho l’impegno di migliorare la differenza reti dell’anno scorso. Sebbene il nostro problema fosse segnare, contro le big non abbiamo mai potuto lottare perché prendevamo troppi gol. Mi piacerebbe fare uno step mentale e riuscire a rimanere concentrato per tutti i 90’ ma, come detto prima, il mio obiettivo rimane migliorare la differenza reti con una difesa così giovane: mi renderebbe più orgoglioso che la vittoria del campionato”.

Quanta voglia c’è, sia personalmente che a livello di squadra, di riscattare la passata stagione?
“Avendo ripreso gli allenamenti ho avuto modo di raccogliere le impressioni dei miei compagni e c’è tanta voglia di far in modo che la passata stagione non venga ricordata a lungo. Il nostro intento è di aprire un ciclo, il più vincente possibile. Per farlo bisogna ripartire dal modo in cui abbiamo reagito alle vicissitudini dello scorso anno e, se noi vecchi riusciremo a trasmetterlo agli altri, potremo dire la nostra per tutto il campionato. Inoltre, per essere competitivi, dobbiamo creare un gruppo coeso e, anche se servirà del tempo, gli Juniores dovranno capire che godono della fiducia incondizionata di tutti anche per il loro apporto alla passata stagione. Diciamo che, se il buongiorno si vede dal mattino, questa potrebbe essere considerata una rinascita”.

Non sembri per nulla afflitto dallo scorso campionato, cosa ti ha lasciato?
“La cosa più importante è che, avendo vissuto le difficoltà dell’anno passato, sono riuscito ad imparare come interpretare le varie situazioni grazie anche ai compagni più anziani. L’atteggiamento con cui abbiamo affrontato le ultime giornate deve essere la base da cui partire: abbiamo tirato fuori una grande grinta e dobbiamo trasmetterla ai ragazzi per ribaltare i pronostici. Inoltre ho capito come si possa trascinare i più giovani, perché me lo hanno mostrato nel finale di campionato quando abbiamo rialzato la testa”.

Avete ripreso gli allenamenti, come hai visto i tuoi nuovi compagni?
“Come dicevo prima, sono convinto che siamo partiti bene, soprattutto la mattina con il nuovo preparatore atletico che è disponibile tutto il giorno: abbiamo retto bene i carichi di lavoro anche nel pomeriggio durante la partitella pur avendo cambiato quattro sistemi di gioco. Ho visto dei ragazzi pronti sia fisicamente che tecnicamente e sono molto contento. La possibilità di mangiare insieme, al campo sportivo, aiuta anche a motivarsi e non far sentire la stanchezza, ma pensavo saremmo stati molto più affaticati con un solo mese di stop”.

C’è qualcosa che pensi avresti potuto dare in più? Se sì, come lavorerai per migliorare?
“C’è una cosa in particolare che non deve più succedere: dopo cinque giornate avevo tre ammonizioni per proteste, poi ne ho ricevuta un’altra per un’uscita fuori area. Mi sono trovato, a nove partite dalla fine, con il secondo portiere infortunato e non potevo mai rischiare un’uscita o un’entrata perché avrei saltato la partita successiva. Devo fare uno step mentale che mi permetta di essere più interessato al bene della squadra e di saper fare le scelte giuste come fatto nelle ultime giornate. Inoltre devo cercare di essere di supporto per tutti i 90’, soprattutto a livello verbale per aiutare i ragazzi più giovani: mister Pisaniello mi ha detto di essere disponibile anche al di fuori del campo per i miei compagni”.

Andrea Vincenzi

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