L’HCMV Varese Hockey scalpita in vista del ritorno sul ghiaccio del PalAlbani e i giocatori che andranno a comporre il roster giallonero non sono da meno: la voglia di hockey è tanta, farlo Varese ancor di più e l’emozione sale man mano che ci si avvicina al debutto.

Più volte abbiamo parlato di “Mastini Doc” e, nel caso di Michael Mazzacane non ci potrebbe essere terminologia migliore dato che il “Doc” varesino (chirurgo specialista in Ortopedia) si appresta a vivere la sua decima stagione consecutiva con il mastino ringhiante sul petto. “In queste settimane mi sono sentito spesso con i miei compagni – ci racconta Mazzacane mentre si gode gli ultimi giorni di vacanza al mare – e siamo tutti entusiasti di poter tornare a giocare a casa. Lo aspettavamo da anni e non vediamo l’ora di ritrovarci tutti insieme sul ghiaccio di Varese”.

Carta d’identità alla mano, sei il più “stagionato”. A tal proposito, senti qualche responsabilità in più?
“Diciamo che sono il più vintage (ride, ndr). Di sicuro un po’ di responsabilità la sento, ma è quella pressione positiva che il giocatore più esperto deve avere anche solo per dare le spinta nei momenti più difficili. Negli ultimi anni ne abbiamo attraversati parecchi e so quanto sia importante riuscire in qualche modo ad aiutare soprattutto i più giovani. Per questo non mi pesa, anzi, mi fa piacere poter trasmettere ciò che ho dovuto imparare a mia volta nel corso degli anni”.

Proprio perché sei il più “vintage”, riflettendo anche su quella che è stata la tua carriera, c’è un obiettivo che ti sei prefissato di raggiungere prima di smettere?
“Sarà banale e tanti miei compagni l’hanno già detto. Io ho avuto la fortuna di giocare a Milano e vincere un campionato: è stata un’esperienza bellissima e, di conseguenza, il mio sogno nel cassetto è di riuscire a vincere un campionato qui a Varese prima di chiudere la mia carriera. Vincere a casa, con la squadra della mia città, con i miei amici e con i miei tifosi sarebbe il massimo”.

Per farlo, parola al ghiaccio. Visto che hai avuto modo di vedere tanti Varese nel corso della tua carriera, alla vigilia del campionato, come ti sembra la squadra di quest’anno?
“La società si è mossa in maniera ottima allestendo un gruppo di livello assoluto cui, proprio negli ultimi giorni, si è aggiunto anche il portiere, motivo per cui la sensazione è che potremo essere super-competitivi. O, almeno, lo saremo sulla carta; poi bisognerà vedere come risponderemo sul ghiaccio, ma ho fiducia in me, nei miei compagni e in chi arriverà. Inoltre, aspetto fondamentale, grazie alla spinta del pubblico del PalAlbani e al sapere di esser tornati a casa ci toglieremo qualche bella soddisfazione”.

Per quel che ti riguarda, cosa ne pensi dell’attacco?
“Abbiamo tre ottime linee di qualità ed esperienza: tutti gli attaccanti sono di livello, ma anche la difesa non è affatto male perché conosco bene il valore di ogni singolo giocatore. Inutile girarci intorno, la squadra c’è e abbiamo tutte le carte in regola per far bene. Coach Devèze? L’ho conosciuto due anni fa e mi sono trovato benissimo con lui. Oltre ad essere preparato a livello sportivo, la sua forza è l’empatia e la disponibilità nei confronti di chiunque, dal più anziano al più giovane, e questo è un aspetto fondamentale per l’alchimia di gruppo. Sono felicissimo del suo ritorno”.

Visto che gli obiettivi della squadra li conosciamo, a livello personale cosa ti aspetti? Hai sempre fatto punti, ma più assist che gol…
“Vero, e spero di non invertire questa statistica. Fin da bambino sono sempre stato quel tipo di giocatore che preferisce far segnare: essendo un centro il mio compito è soprattutto quello di smistare il gioco e mettere i miei compagni nelle condizioni di segnare. Semmai spero di aumentare il mio score sia per gli assist sia per i gol, ma tengo più al bene della squadra”.

Cosa significa per un Mastino Doc tornare al palaghiaccio di Varese?
“Ti posso rispondere dicendoti che nelle ultime settimane mi è già letteralmente capitato due volte di sognare il ritorno al PalAlbani. E non ti dico, a 34 anni, la delusione nello svegliarsi e capire che era solo un sogno… Non sto più nella pelle e il conto alla rovescia è ormai in dirittura d’arrivo”.

A proposito di “Mastino Doc”, concedimi il gioco di parole, conciliare lo sport con la tua professione non è certo facile e il discorso si estende anche a tutti i tuoi compagni. Per cui, la domanda è: per coniugare i due aspetti ci vuole quel pizzico di sana follia?
“Adesso che siamo nel periodo di transizione fra due stagioni ci rido sopra, ma è veramente impegnativo e facciamo davvero tanti sacrifici: il lavoro richiede tempo, le trasferte sono estenuanti e non è facile rientrare alle quattro di notte per attaccare alle otto di mattina. Effettivamente ci vuole un po’ di sana follia perché si arriva distrutti a fine stagione, ma per tutte le emozioni che ci sono dietro ne vale la pena fino all’ultima goccia di sudore. Finché potrò andrò avanti con lo stesso entusiasmo di un ragazzino”.

Ti è mai capitato di “mettere a posto” qualche tuo compagno?
“Ovviamente sì! Se si fidano sul ghiaccio, figuriamoci in sala operatoria (ride, ndr). Mi capita spesso di curarli e a volte è successo anche con i tifosi. Nella penultima stagione ho finito di operare un nostro tifoso e fotografo dieci minuti prima che iniziasse la semifinale contro Merano e, anche se in ritardo, sono comunque riuscito ad arrivare e giocare. Com’è andata? L’intervento benissimo, la partita un po’ meno…”

Visto che hai parlato dei tifosi, chiudiamo proprio con un messaggio a loro?
“C’è poco da dire, in realtà, perché molti di loro li sento spesso e sono più carichi di noi. Non c’è nemmeno bisogno di invitarli, perché l’1 ottobre saranno tutti lì al PalAlbani: non vediamo l’ora di scendere sul ghiaccio, girarci e vedere la tribuna piena di gente di Varese”.

Matteo Carraro

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