Imparare la lezione. Un imperativo che poi è più che altro un mantra nella Pallacanestro Varese che torna con le orecchie basse dalla trasferta trentina della BLM Group Arena, dove rimedia una sconfitta netta ed inappuntabile per 90-80 contro la Dolomiti Energia Trento.
Un risultato che in realtà nasconde tanto di una partita comandata dall’inizio alla fine dai padroni di casa, agevolati da un approccio mentale completamente errato della OJM al match. Nei primi due quarti di Trento, infatti, è sembrato di rivedere in campo la più brutta copia della Pallacanestro Varese vista in questa stagione, ovvero quella di Pesaro. Una squadra molle in difesa, incapace di trovare mordente e intensità perché scollegata mentalmente da un match studiato e preparato alla perfezione da coach Lele Molin.
Una lezione da imparare, che sta nella capacità di questa Pallacanestro Varese di comprendere come da oggi in poi tutte le squadre che incontreranno i biancorossi prepareranno il match cercando di limitare al meglio Ross, le sue penetrazioni centrali, i suoi assist, il suo ritmo, insomma, di limitare il cervello di una OJM che deve mostrarsi matura e capace di andare oltre questa difficoltà, cosa che non ha fatto a Trento.
Una lezione da imparare, per stessa ammissione di coach Matt Brase e non di chi scrive, nella capacità di trovare concretezza e solidità con continuità, che poi è la cosa più difficile da fare per tutte le squadre ma che è anche la pecca maggiore della Varese di oggi. Lo sappiamo tutti, lo sa anche ogni componente della squadra biancorossa, un salto di qualità trovato contro Brindisi e Napoli e poi rimesso nel cassetto contro Trento.
Nulla di allarmante se non per una crescita che in questo girone di ritorno deve realizzarsi con rapidità, in un campionato che si dimostra ogni giornata che passa sempre più imprevedibile e con una classifica così corta da non lasciare spazio a programmi o pronostici.
Una lezione da imparare per Varese, soprattutto per chi come ieri a Trento si è presentatro in campo con un atteggiamento tutt’altro che propositivo e volenteroso, perché il collettivo, che fino ad oggi è stato il punto di forza di questa Varese, deve continuatre ad esserlo, mettendo gli eventuali malumori personali dietro il bene comune della squadra.
Alessandro Burin