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A metà stagione, il campionato di Seconda Categoria ha già la sua sorpresa: il Brebbia. La squadra, al suo primo anno nella categoria dopo la promozione ottenuta la scorsa primavera, ha lasciato tutti a bocca aperta, trovandosi a guidare la classifica contro ogni pronostico. Quasi nessuno, infatti, la scorsa estate avrebbe scommesso su questa piccola realtà, costruita senza i clamori di molte altre squadre, per giocarsi un ruolo da protagonista. Eppure, con grinta, organizzazione e un gruppo più che unito, il Brebbia sta dimostrando che il cuore e la determinazione possono fare la differenza. I numeri parlano chiaro: vittorie prestigiose, una difesa solida (la migliore del girone) e una coesione di squadra invidiabile. Ma qual è il segreto di questo successo? E fino a dove può spingersi questo sogno? Ne abbiamo parlato con il mister di questa squadra Lorenzo Beltrami.
E’ stato un girone d’andata a dir poco sorprendente: com’è nato il Brebbia che da neopromossa dalla Terza si ritrova ora a guidare la classifica della Seconda?
“Ci sarebbe da scrivere un papiro sulle sensazioni che ho da giugno ad oggi. È stato un cammino lungo, a giugno abbiamo iniziato a costruire la nuova stagione con tante persone che dopo la vittoria della Terza hanno scelto di intraprendere altre strade. Ci siamo quindi ritrovati con soli 7 giocatori, a cui ne abbiamo aggiunti pian piano altri 16 poco prima della preparazione. Un mercato di cui mi prendo il merito insieme al presidente, perché grazie ai rapporti personali con diverse persone siamo riusciti a costruire una rosa su cui all’inizio non avevamo grandi aspettative se non quella di fare un buon campionato puntando magari alla zona playoff. Non è stato facile, su di noi giravano molte voci sul campo, sul fatto che non ci fosse un bell’ambiente e che io fossi troppo giovane per guidare un gruppo. C’è stato molto da lavorare, cambiando tanto le cose all’inizio non sono state subito immediate, tuttavia tutti i ragazzi ci hanno messo tanta volontà e tanta unione; lato mio invece, ho cercato di mettere davanti a tutto il gruppo rispetto a quelle che possono essere le qualità tecniche, ed è stata un po’ la base per quello che stiamo costruendo ora. Poi magari non arriveremo a vincere nulla, però se devo commentare il percorso da settembre ad oggi ho solo cose positive da dire”.
Qual è, secondo te, il punto di forza di questa squadra?
“Sicuramente il gruppo. Io per primo mi reputo avvantaggiato per il gruppo che ho a disposizione. In questo poi la mia età mi avvantaggia, ho 25 anni ed è facile essere anche per me all’interno di questo gruppo che di fatto è un gruppo di amici. Poi naturalmente c’è quella forma di rispetto che la squadra ha nei miei confronti: fuori dal campo siamo amici, ma appena si varcano i cancelli io sono l’allenatore e loro sono i giocatori. Certo anche in campo non mancano i momenti di sfogo e di scherzo, ma sempre nell’ottica di una coesione di gruppo. Ed i risultati di questo si vedono: non c’è un problema tra nessun ragazzo, lo spogliatoio ha un clima perfetto e questo è quello che ci sta spingendo a fare di più di quello che ci saremmo immaginati”.
Avete vinto diverse gare e fatto tante prestazioni convincenti. C’è una partita fin qui che, secondo te, ha rappresentato una svolta per questa squadra?
“A livello personale, che è anche quello che ho trasmesso alla squadra, ogni avversario per noi deve essere uguale all’altro. Per me tutte valgono 3 punti, però se devo pensare ad una partita che mentalmente ci ha un po’ svoltato penso alla gara con il Mercallo. Venivamo da una sconfitta per 2-0 con la Jeraghese dove avevamo perso male per atteggiamento e per la gestione di diversi momenti; c’era bisogno di una risposta forte e, per l’appunto, la partita successiva era a Mercallo, su un campo dove è difficile giocare, contro una buona squadra, soprattutto in casa. Lì abbiamo vinto 3-0, iniziando la striscia di risultati positivi che poi ci ha accompagnato fino alla fine del girone d’andata. Per cui penso che questa sia stata la vera vittoria importante, perché appunto ha secondo me gettato le basi per le vittorie importanti che sono arrivate dopo”.
Il mercato ha portato da voi diversi innesti interessanti come Pedron Messina e De Carli. Da mister come vedi la squadra dopo la sessione di mercato invernale?
“Sono stati due acquisiti importantissimi per noi, cercavo due giocatori così. Cito Pedron perché nel mercato della categoria è un nome importante, la settimana prima gioca e segna in Eccellenza e una settimana dopo viene in Seconda. Mi fa onore allenare una persona così e siamo molto felice di averlo convinto a sposare la nostra causa. E’ un ragazzo giovane ma che già a livello di campo può insegnare molto a tutti. De Carli invece mi è piaciuto molto quando ci abbiamo giocato contro, è un jolly che da centrocampo in su può alzare il livello tecnico della rosa. Sono soddisfatto perché abbiamo fatto un grosso passo avanti a livello complessivo, ora bisogna solo dare il tempo a loro di entrare nei meccanismi di una squadra rodata”.
Laveno e Cuassese sono lì a 2 punti. Pensi che sarà una lotta a 3 fino alla fine, ci sarà qualche crollo oppure al contrario qualche squadra rientrerà in corsa?
“Secondo me non sarà una lotta a tre. Il campionato è lunghissimo, da settembre ad oggi ci sono stati tantissimi cambi di direzione di diverse squadre, basti guardare la Jeraghese che dopo 4 giornate era invischiata nei playout ed ora si trova al quarto posto. Sarà un campionato apertissimo e dubito che Laveno e Cuassese possano crollare, hanno entrambe delle rose attrezzate per poter battagliare fino alla fine. Molto dipenderà da come si rientrerà dalla sosta, e questo non vale solo per Laveno e Cuassese, ma per tutte le altre squadre, perché il girone di ritorno è sempre un altro campionato”.
E il Brebbia invece, dove vuole arrivare?
“Ormai non possiamo nasconderci, quando sei primo in classifica sei lì perché il lavoro che hai fatto è stato buono. Sarei falso se dicessi che non c’è la voglia di arrivare fino in fondo. Sarà difficile, ma la voglia di tutti è di continuare a lottare e, qualora non dovesse arrivare, di non perdersi perché non bisogna mai scordarsi da dove si è partiti”.
Francesco Vasco