
Probabilmente conoscono i giocatori meglio di tutti, il loro carattere, le loro esigenze e soprattutto i loro segreti. Alessandro Botta e Aldo Cunati sono i due magazzinieri del Varese che si occupano della gestione materiale dello spogliatoio. Divise di gioco, tenuta di allenamento, scarpe, calze, rattoppi, tutto deve filare liscio prima di una partita o di un allenamento.
“Sono al Varese da 40 anni e ne ho viste tante – racconta Aldo -. Fino al fallimento dei Turri ho lavorato come autista, poi ho fatto il magazziniere della Primavera passando poi, quattro anni fa, alla prima squadra. Ho vissuto tante avventure e il ricordo più bello è legato ai festeggiamenti dell’anno scorso per la salvezza con Bettinelli. Ci occupiamo di vestire e svestire i giocatori stando attento alle loro esigenze sugli indumenti. Quello che succede dentro lo spogliatoio resta qua dentro – dice -. Dalle nostre bocche non esce nulla. Noi pensiamo solo a lavorare”.
“Lo spogliatoio è un luogo sacro” aggiunge Botta che invece è arrivato al Varese tre anni fa: “Il primo anno ho lavorato come autista dei ragazzi ’98, poi sono passato a fare il magazziniere. Il mio ricordo più bello è legato allo 0-0 di Novara lo scorso anno quando ho capito che contro di loro ci saremmo sicuramente salvati, e così è stato grazie a Pavoletti gol. C’è magari chi sottovaluta il nostro ruolo, ma noi siamo anche un po’ dei confidenti per i giocatori che magari hanno bisogno di sfogarsi. Ci consideriamo una sorta di psicologi. Bisogna sempre dar loro appoggio e sostegno se ne hanno bisogno e lasciarli in pace se invece affrontano un momento negativo. Bisogna saperli prendere. Oltre al nostro voglio anche sottolineare lo splendido lavoro di Rosy della lavanderia, senza di lei saremmo persi”.
E che dire delle lunghe trasferte col pulmino? “Dure e indimenticabili – aggiunge Botta -. Lo scorso anno arrivammo sino a Crotone trovando la neve sulla Sila, pazzesco! E se non arrivavamo si rischiava di non giocare…”. Qual è lo spogliatoio più bello che avete visto? “Bari in assoluto” risponde subito Cunati. “Enorme e spazioso dove puoi lavorare con grande comodità”. “Anche quelli di Novara e Pescara sono molto belli”.
Quest’anno non deve essere stato facile visti i risultati: “E’ stata durissima da affrontare” commenta Alessandro che non si sbilancia oltre. “Nonostante tutte le difficoltà siamo riusciti a fare gruppo – aggiunge Aldo – e si è creato un bellissimo rapporto con Smargiassi e con l’altro fisioterapista Consonni, con l’accompagnatore Frontini e con il mititco dottor Clerici. Si è creata una stretta amicizia; siamo riusciti a sdrammatizzare e a chiudere la stagione a testa alta”.
Anche a stagione conclusa, la coppia lavora duro iniziando da una pulizia completa dello spogliatoio: “Abbiamo fatto l’inventario, ora ci occupiamo di pulire tutto in attesa che arrivi la roba nuova che dovrà essere numerata” spiega Aldo. Quest’anno ci sarà un grande rammarico: non poter mettere i nomi sulle maglie che si conquistarono i famosi minatori di Sannino. “Purtroppo no – concludono -, ma la pressa resta lì in attesa che si torni a mettere anche i nomi!”.
Era magazziniere anche lui prima di diventare un “jolly”, Max Vaccalluzzo è diventato un vero e proprio amico e confidente di molti giocatori, allenatori e dirigenti. “Neto è come un fratello, ho ricordi indimenticabili, quest’anno è successo di tutto. Ho vissuto episodi incredibili…” ma li racconteremo nel prossimo episodio del viaggio biancorosso.
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Elisa Cascioli