Fiuuuu! Gira e rigira il senso del 2-2 di Alzano è tutto nel pericolo scampato. E l’emoticon una faccina che spazza via il sudore. Il sollievo non può che fare da filo rosso di un pareggio acciuffato a cose quasi fatte. Bonazzi incassa e porta a casa: “Troppo timorosi all’inizio. Mi tengo il recupero ma non posso negarlo, sulla prestazione siamo delusi”.
L’analisi è prematura, ma va comunque fatta: “Forse a Busto non lo sanno, ma qui alla Virtus ci sono giocatori importanti per questa categoria. Ci possono essere mille attenuanti. Però abbiamo mancato di attenzione in tante occasioni. Ad esempio sul primo gol”. Da cosa ripartire martedì? “Alla squadra ho già detto quello che pensavo. Teniamoci il finale di gara. Sul resto c’è da lavorare. Comunque i morti si portano via freddi”. Concetto sgradevole. Ma efficace.

Paradosso del punto a testa è la comune delusione. Madonna non riesce a mascherarla: “Non siamo riusciti a chiudere la partita quando dovevamo. Ma voglio pensare positivo e tenermi la prestazione. Più dei due punti che ci mancano. La partita vera è stata quella del primo tempo”.
E sul fatto che l’amico Bonazzi gli debba un favore, il solco lungo il viso dice più delle parole. Della serie, Madonna che silenzio c’è stasera. Registrata la soddisfazione di Patrizia Testa per il pullman dei tifosi e la risposta complessiva della aficiòn bustocca, spazio a Donato Disabato che fa sfoggio di dediche: “Il gol è per la mia famiglia e la mia ragazza. Abbiamo sofferto, credo possa essere di lezione. Categoria snobbata? Non direi, però dobbiamo prendere le misure”.
Morosini si allinea a quanto detto da colleghi ed avversari: “Avevamo preparato bene la partita. Nel primo tempo si è visto. Peccato non averla chiusa. La Pro non ci ha regalato nulla”. Un concetto su cui si potrebbe discutere come (onestamente) fa Giovanni Zaro: “Era qualche anno che non giocavo la prima da titolare. Nel primo tempo abbiamo fatto fatica a giocare la palla da dietro perché ci prendevano alti. Forse in futuro, dovremo trovare anche altre alternative”.
Materiale su cui riflettere non ne manca davvero. Per intanto: fiuuuu!

Giovanni Castiglioni

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