
Dal biancorosso del Varese al nerazzurro della Solbiatese. E’ questa la parabola di Dennis Scapinello che, dopo essere cresciuto nel settore giovanile del Varese, avere esordito in Serie B e avere anche calcato il prato dell’Olimpico di Roma in una gara di Coppa Italia contro la Lazio sempre con la maglia biancorossa addosso, ha proseguito la sua carriera tra Serie C (Lucchese e Cuneo), Serie D (Varesina) ed Eccellenza (Busto 81, Fenegrò e Ardor Lazzate) e ora ha sposato il progetto della Solbiatese, ambiziosa neopromossa in Promozione.
Che cosa ti ha portato a Solbiate Arno?
“Sono molto legato ai direttori sportivi Barban e Gorrasi e la Solbiatese è una realtà seria e solida. Lo stadio non ha bisogno di presentazioni ed è un palcoscenico importante. Il programma che la dirigenza ha in mente è di alto livello e sono molto contento di farne parte”.
Sei sceso di categoria e dall’Eccellenza sei passato alla Promozione.
“Prima di accettare ho pensato a questa cosa perchè scendere di categoria è molto più facile rispetto a risalire. Non ho mai giocato in Promozione e ritengo che per la Solbiatese questa categoria sia di passaggio. Questo è nelle intenzioni della società che, infatti, sta allestendo una rosa di tutto rispetto”.

Hai qualche rimpianto per la tua carriera?
“C’è sicuramente un po’ di rammarico perchè sono stato davvero ad un passo dal professionismo. Nel calcio, però, arriva quello che ci si merita. Inoltre, nel mio caso, non sono combaciati diversi fattori al momento giusto e, passo dopo passo, sono sceso prima in Serie D, poi in Eccellenza e ora in Promozione. Mi sono tolto alcune soddisfazioni e spero di togliermene altre con la Solbiatese”.
Molte soddisfazioni, hai detto. Quali sono state le più belle?
“All’inizio della stagione 2014/2015 mister Bettinelli, che mi aveva già avuto nella Primavera del Varese e che ringrazio ancora, ha voluto tenermi in prima squadra e voleva puntare anche su di me per quel campionato di Serie B. Non dimenticherò mai l’esordio a Carpi, dove ho giocato il quarto d’ora finale, e nemmeno la gara successiva quando contro il Lanciano sono entrato dopo 5′ di partita a causa di un infortunio ad un mio compagno. Giocare al “Dall’Ara” di Bologna da titolare, con 35.000 persone sugli spalti, poi, è stato indimenticabile. La ciliegina sulla torta è stata il match di Coppa Italia contro la Lazio all’Olimpico: l’emozione più forte non è stata tanto durante la sfida, ma prima, quando noi giocatori siamo entrati sul prato per la ricognizione; solo lì mi sono reso conto delle enormi dimensioni dello stadio e che di lì a poche ore sarei sceso in campo su quel prato sui cui avevano corso tanti campioni”.

Quel Varese non c’è più ma, grazie alla fusione con il Busto 81, il Città di Varese sarà ai nastri di partenza della Serie D. Che effetto ti fa?
“Sono molto felice e mi auguro vivamente che questo progetto duri negli anni e che possa riportare il Varese nel professionismo. La città e i tifosi se lo meritano e ne sarei contentissimo anch’io che nel Varese sono cresciuto fin da quando ero bambino. E’ una seconda casa per me”.
Tornando al presente, hai già parlato con mister Gennari?
“Ci conosciamo da anni, da quando lui allenava i 1996 del Varese e io ero nel gruppo dei 1995. E’ un allenatore preparato e un’ottima persona”.

Oltre a lui, ritrovi il tuo “gemello”: Alessandro Anzano.
“Ci ho giocato insieme per la prima volta qualche anno fa nella Varesina e poi siamo andati insieme al Busto 81, al Fenegrò e nell’ultima stagione siamo stati compagni per metà anno all’Ardor Lazzate. Per me è come un fratello maggiore e abbiamo deciso di sposare il progetto Solbiatese mentre eravamo insieme a Cervia. Ogni anno vado in vacanza nella sua casa, conosco bene la moglie e tutta la famiglia. E’ un vero amico e insieme ci troviamo a meraviglia dentro e fuori dal campo. Di lui mi fido ciecamente e credo sia uno dei migliori giocatori che abbia mai conosciuto. Sono convinto che faremo bene anche quest’anno”.
Quali sono i tuoi obiettivi?
“L’ultima stagione è stata un po’ altalenante e ho fatto solo 4 gol e ho preso ben 8 legni. Ho voglia di riscattarmi e sicuramente di tornare a segnare con continuità. Un traguardo che mi pongo è arrivare in doppia cifra”.
Laura Paganini