Riceviamo e pubblichiamo questa lettera indirizzata al Comune di Varese da parte delle società operanti nel settore ghiaccio del Palalbani di Varese. Il palaghiaccio, come è noto, è chiuso dal lockdown della scorsa primavera e le società che avevano base nella struttura hanno dovuto trovare soluzioni alternative per portare avanti le loro attività.

Gentili concittadini e amanti dello sport,
a distanza di quasi un anno dall’interruzione delle attività presso il Palalbani di Varese, le società sportive del settore ghiaccio, in comune accordo con il servizio ristorazione, ci tengono a informare la città del grave stato di abbandono nel quale sono state lasciate fino ad oggi.
Fin dal principio, cioè quando l’attuale Amministrazione si attivò con successo allo scopo di trovare una soluzione per la riqualifica quanto mai necessaria del Palaghiaccio di Varese, tutte le associazioni hanno sempre chiesto un’unica sola grande garanzia: non fermare le attività per il periodo dei lavori di ristrutturazione.
La richiesta di una pista temporanea è sempre stata al centro del pensiero di tutti gli operatori, che sanno bene quanto possa essere fatale la perdita di un anno di attività per gli atleti, le famiglie e i numerosissimi professionisti coinvolti.
Il Sindaco in persona ha sempre rassicurato tutte le realtà coinvolte rispetto a questa prerogativa, cioè la realizzazione di una pista temporanea PRIMA dell’avvio dei lavori del nuovo Palaghiaccio, che sarebbero dovuti iniziare verso il mese di Marzo 2021, come sta per accadere.
A partire dalla chiusura a causa del Covid (tema che tutte le associazioni rispettano profondamente, considerando anche i risvolti negativi che la pandemia ha generato alle casse comunali) e dalla successiva e assolutamente “inattesa” sopraggiunta inagibilità dell’impianto, il Sindaco stesso ha sempre rincuorato atleti e associazioni, comunicando la sua piena disponibilità ad attivarsi con la massima velocità per fornire una pista temporanea.
Se nella prima fase era anche accettabile una certa “disorganizzazione” nel trovare soluzioni utili di fatto con un anno di anticipo a causa della sopraggiunta inagibilità, a distanza di quasi un anno le associazioni non hanno ancora risposte certe che consentano di programmare il proprio futuro.
Dapprima un colloquio con tutte le associazioni per “capire” il tipo di pista necessario e utile a tutte le specialità; successivamente l’attivazione di un bando pubblico che, anche se “segnato” dalla seconda ondata di pandemia, non aveva grandi speranze di successo o appeal commerciale per andare a buon fine…
Durante questo periodo sono stati innumerevoli i segnali e le comunicazioni ufficiali, inviate all’Amministrazione in forma plenaria e singola allo scopo di avere delle risposte, ormai divenute urgenti, utili a programmare il futuro. Trascorso il periodo natalizio e richiesto un ulteriore incontro per proporre una soluzione condivisa tra le associazioni, nella giornata del 9 Febbraio, dopo più di un mese di silenzio, le associazioni sono state coinvolte in una videoconferenza dalla quale non sono emerse soluzioni né certe, né concrete.
Da un lato, ci sarebbe l’impegno dell’Amministrazione per tentare di far anticipare la consegna del lato ghiaccio dell’impianto prima della conclusione di tutta l’opera; dall’altro lato è stata ventilata, sempre da parte del Sindaco, la possibilità di aprire un nuovo bando: e, come ultima possibilità, si è ipotizzato un intervento diretto, con fondi comunali, qualora il mercato non desse risposte tramite il bando.
Delle tre opzioni, però, nessuna è da considerarsi certa per garantire l’attivazione di una pista ghiaccio per settembre a Varese.
Nel frattempo, durante tutto questi mesi, le società si sono dissanguate, insieme alle famiglie, per tenere vivo il movimento, far fronte agli impegni e mantenere attive le attività su altre piste con costi elevatissimi, per i quali – sempre per parola del Sindaco – l’amministrazione comunale avrebbe dovuto, almeno in parte, riconoscere un contributo economico: fondi che, ad oggi, non si sono visti.
I settori di formazione e le categorie legate all’agonismo hanno visto scomparire le iscrizioni e il lavoro svolto in decine di anni, con danni già oggi gravissimi per tutto il movimento, recuperabili in tempi non brevi e solo con un rilancio del reclutamento e delle scuole di avviamento.
La richiesta è chiara ed è prima di tutto quella di avere una risposta certa e definitiva.
Ci sono responsabilità legate ai lavoratori del settore e soprattutto verso le famiglie e gli impegni federali delle varie attività, impegnate a tutti i livelli.
Le associazioni sono consapevoli delle difficoltà, ma è quanto mai necessario avere chiaro il percorso per la prossima stagione, in modo da poter prendere impegni, iscrivere squadre, e dire con franchezza massima alle famiglie DA QUANDO potranno tornare a usufruire di una pista a Varese.
Sul tavolo del Comune sono state proposte tante soluzioni percorribili, senza che mai ne derivassero risposte concrete: ora è il momento di dare indicazioni chiare, positive o negative che siano, per il bene di tutti e con senso di responsabilità.
Cordialmente
Le associazioni sportive del settore ghiaccio insieme all’attività ristorazione dell’impianto. Grazie
Hc Varese a.s.d, Varese Ghiaccio a.s.d., Pattinatori Ghiaccio Varese a.s.d., Hockey Club Varese 1977 s.c.s.d., Polha Varese a.p.d.d., Icesport Varese a.s.d., Madera Pub, Varese Killer Bees a.s.d.

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