Rispetto e consapevolezza. Due attributi intangibili che si fanno patrimonio tangibilissimo della Pro Patria 2020/21. Il primo è stato guadagnato all’esterno del club, la seconda è invece maturata all’interno del gruppo. Attraverso un processo di osmosi in cui l’uno ha trascinato l’altra e viceversa.
Solo 5 anni fa la barzelletta sportiva della C con 10 punti lordi (7 netti) in 34 gare. Oggi una delle realtà più riconosciute ed identitarie della categoria. Capace di mettere sotto la capolista Como (di fatto) non sorprendendo più nessuno. “E’ difficile giocare contro di noi”, la didascalia di Javorcic al regicidio di sabato. Perché gli scalpi di Entella e Pisa della stagione da matricola erano jolly pescati nel mazzo del contropronostico. Mentre il 2-1 abbatti laghée è figlio di un confronto tra pari. Una big certificata opposta ad una in nuce pronta ad entrare nel business.
L’infrasettimanale di domani con la Pro Sesto (ore 15, stadio “Breda”), fornirà ulteriori indizi sul livello di completamento del processo.       

Il Como sul comò. Spesso a colpire più del cosa è certamente il come. Della serie, se non deve stupire il successo sui lariani, diversamente lo possono fare le sue modalità. Chiare, cartesiane, ben oltre il singolo gol di scarto. L’eccellenza tigrotta si sostanzia nella classifica 2021 del Girone A (10 gare, le ultime 2 dell’andata più le 8 del ritorno): Pro Vercelli 22, Como 21, Lecco 20, Pro Patria 19, Renate 13. In sintesi, i biancoblu sono nella short list promozione ormai da un pezzo. Inutile nasconderlo.      

Como erectus. Chi perde (Como), chi non ne approfitta (Renate), chi invece sì (Pro Vercelli e Lecco, oltre alla Pro Patria s’intende). Aspettando Alessandria – Carrarese di questa sera (ore 18, stadio “Moccagatta”), la volatona per la B mantiene negli azzurri di Gattuso la legittima favorita. In virtù delle 10 vittorie nelle ultime 14 giornate e del più 4 sulla seconda (Renate). Snodo plausibilmente ferale quello della 30^ (14 marzo) con la Pro Vercelli attualmente a meno 5. Scavallato quello, l’attuale capofila dovrà incrociare solo l’Alessandria (alla penultima) tra le prime 10.     

Latte forte sempre. Da divoratore di gol ovvi, a marcatore (quasi) implacabile. L’evoluzione di Emmanuel Latte Lath è un valido motivo per cui lo spalatino in panca possa alitarsi sulle unghie. Tante reti (4) in questi due terzi di stagione bustocca quante quelle (sempre 4), messe a segno con Pistoiese, Carrarese, Imolese e Pianese nelle precedenti due (deludenti) annate. Un agenda tecnica (quella impostata con Ivan Drago e, soprattutto, con il vice Massimo Sala), che ha riportato l’ivoriano sulla mappa degli scout di categoria superiore. Una deflagrazione funzionale ai risultati di squadra se è vero (ed è verissimo) che nelle sue ultime 6 da titolare la Pro Patria ha fatturato 4 vittorie e 2 pareggi. Ad ulteriore riprova dell’unicità del successo sul Como, quella di sabato è stata l’unica gara di questo campionato in cui sono andati a tabellino 2 attaccanti tigrotti. L’altro (ovviamente), il 9 Sean Parker.              

The bigger they are, the larger they fall. A proposito di Sean Parker (nel senso dell’omonimo fondatore di Spotify), da sabato la playlist biancoblu può sommare un’altra hit alla compilation Speroni 2K. Il 2-1 della 27^ può tranquillamente essere mixato con gli altri giant killing del terzo millennio: il 2-0 sul Cesena (13 ottobre 2002), il 4-3 sul Genoa (5 marzo 2006), il 3-1 ancora sul Cesena (9 novembre 2008) e il 2-0 sull’Entella (13 aprile 2019).  

Il Sesto senso. In tema di ricorrenze ultracentenarie, la prossima avversaria Pro Sesto è una delle 9 squadre incrociate dalla Pro Patria nella sua prima stagione di militanza sportiva (1919/20). Da allora, 35 incontri in campionato (più 8 in Coppa Italia). Al netto dei 6 rendez-vous con la Falck Sesto San Giovanni, spin off autarchico dei sestesi. A Sesto bilancio neutro con 5 vittorie per parte e 7 pareggi (16/11/8 la contabilità totale). All’andata (8 novembre), beffardo 1-2 at the buzzer (Parker, Gualdi, Pecorini, nella foto). Ultima vittoria tigrotta al “Breda” datata 29 marzo 2009 (0-2, Urbano, rigore di Do Prado).                  

Giovanni Castiglioni

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