
Bisogna essere onesti, al momento della notizia del suo acquisto last minute il giorno di Santo Stefano, nessun tifoso ha fatto i salti di gioia per l’eccitazione.
Certo, il curriculum relativo all’ultima stagione non faceva presagire chissà che, visto che parlavamo di un giocatore appena tagliato dall’Assigeco Piacenza, ultima squadra in A2. Eppure è bastato, a chi sta scrivendo ed agli altri colleghi, vedere un’oretta circa di allenamento venerdì 27 dicembre, per capire che Desonta Bradford sarebbe potuto essere molto utile a questa Pallacanestro Varese.
Così le sensazioni della vigilia della delicatissima sfida salvezza contro Napoli, vinta dai biancorossi per 89-86, si sono rivelate più che azzeccate vista la prestazione di Bradford all’esordio sul parquet di Masnago.
Pulito, preciso e puntuale, senza fronzoli ma con molta sostanza: questa è stata la sua prova contro la GeVi, chiusa con 13 punti e 4 rimbalzi. Un giocatore che non certo spicca per le qualità offensive, ma che sa fare il suo senza badare troppo alla spettacolarità o allo show time e diciamolo, questo è solo un bene per una Varese che deve cercare unicamente di portare a casa la pelle in una stagione che di spettacolare, fin ora, ha avuto ben poco.
Ciò che ha sorpreso in positivo di Bradford in campo è stata la tranquillità e la naturalezza con cui ha preso tutte le scelte di gioco fatte, al di là del fatto che potessero essere giuste (praticamente tutte) o sbagliate (solo in un paio di occasioni). I più maliziosi diranno che il fatto di essersi allenato solo una volta pienamente con la squadra e quindi non essere ancora inserito pienamente nel contesto di gioco biancorosso dogmatico ed estremizzato rivolto al Moreyball sia stata la vera chiave per far sì che il nuovo numero 8 biancorosso abbia giocato una bella gara ma la verità e che sono le caratteristiche fisiche e tattiche di Bradford a renderlo un elemento potenzialmente prezioso per questa Varese.
Diciamo potenzialmente perché una rondine non fa mai primavera e le prove per dimostrare di valere la riconferma oltre i due mesi di contratto finora siglati con il club di Piazzale Gramsci per l’esterno ex Dolomiti Energia Trento, sono ancora tanti, però è chiaro che non aver fallito in un appuntamento così importante in un momento cruciale per la stagione biancorossa sia stato sicuramente un qualcosa di estremamente positivo.
E’ normale chiedersi allora come un giocatore proveniente dalla bassa A2 abbia potuto avere un impatto nettamente migliore di un elemento di altissima qualità come Sykes e la risposta è presto data e sta tutta nella preparazione fisica dei due giocatori: uno in piena attività ed un fermo da 8 mesi ed è altrettanto normale chiedersi come una tale valutazione non sia stata fatta ancor prima di firmare il numero 11 biancorosso, ora ai box per almeno un mese, nel quale Varese si giocherà molto della sua permanenza in A, affidandosi al normalizzatore Bradford, che non sarà un fenomeno ma è forse l’uomo giusto al posto giusto di questa Pallacanestro Varese.
Alessandro Burin