C’è sicuramente un leader silenzioso in questa Pallacanestro Varese che, a cavallo tra il 2024 ed il 2025, sta cercando di svoltare in positivo nella propria stagione, ovvero Davide Alviti.

Silenzioso che poi si fa per dire, visto che è sempre tra i biancorossi più positivi per quello che fa sul parquet ed al di fuori di esso è sempre pronto a prendere parola e rispondere alle domande dei giornalisti, sia che le cose vadano bene oppure male, lasciando sempre analisi lucide, chiare ed anche dirette, senza stare a girare troppo intorno al centro del discorso.

Un carattere forte, dicevano, quelli che Alviti lo conoscevano o lo avevano seguito nella carriera: forte tanto da segnarne a volte anche comportamenti sopra le righe. Sarà vero? Può darsi, sta di fatto che, da quando è arrivato a Varese, di questi episodi non se n’è tenuta traccia, salvo lo scontro Gorham alla seconda giornata.

Al di là di questo, Alviti a Varese si sta dimostrando importantissimo per la leadership caratteriale che sta riuscendo a trasmettere a tutta la squadra: una forte personalità che sta fungendo da traino in campo così come nello spogliatoio, in un gruppo che sta cercando di costruirsi una propria identità anche attorno a figure come quella di Alviti che alle parole, poi, fa quasi sempre seguire i fatti. Maestro per i giovani (leggasi le parole rilasciateci da Prato qualche settimana fa in merito) e riferimento per i pari età, vuoi anche per palmares e stato costruiti negli anni ma che poi, se non valorizzati ogni giorno in palestra, valgono assai poco.

Decisivo con Napoli nel momento più duro della gara per Varese, determinante a Sassari dove ha giocato una gara solida e continua per tutti i 40′. Due partite che sono solo le ultime di un campionato contrassegnato da un costante rendimento positivo per Davide ed i numeri sono lì a dimostrarlo: 12.8 punti di media, tirando con il 54% da 2 ed il 39%, a cui aggiunge una crescita continua ed importante dal punto di vista dei rimbalzi conquistati (4.9 di media) fondamentali per una Varese notoriamente leggera sotto le plance e che non può certo lasciare tutta l’incombenza di questo lavoro al buon Tyus.

Così Varese cresce nelle prestazioni di un Alviti che ai piedi del sacro Monte ha ritrovato la Nazionale e che non vuole mollarla, cresce anche grazie a quelle parole che non escono fuori posto ma che rimangono in campo ed in partita, com’è spesso capitato di vedere a chi segue la squadra da più vicino durante i 40′ della domenica o in allenamento, e che sono poi parte dell’essere quel leader silenzioso all’esterno ma che in realtà e figura di riferimento dove più conta: in un gruppo squadra che prova a svoltare la stagione.

Alessandro Burin

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