
Quella del Varese rischia di essere ricordata la stagione dei “doveva” e dei “poteva”, termini che confluiscono in un’unica grande e dolorosa verità: quella 2024/25 sarà etichettata come la stagione del “non è stato”. Il sesto posto finale dei biancorossi nel Girone A di Serie D con 62 punti, 47 gol fatti (55, considerando il parziale di 8-0 con l’Albenga escluso dal campionato) e 34 subiti, certifica il fallimento sportivo di un progetto che avrebbe dovuto condurre il Varese in Serie C. Professionismo cui è invece approdato il Bra, dal quale i biancorossi pagano un umiliante -16 a fine campionato.
La bocciatura a livello sportivo (5.5 nel nostro Pagellone del Girone A) non esclude i tanti risvolti positivi che hanno accompagnato quest’annata (e più in generale l’ultimo periodo) e che sono ad esempio riscontrabili nelle valutazioni dei singoli interpreti. Sarebbe facile, visto l’esito, stroncare anche tutta la squadra; ben più difficile provare ad analizzare lucidamente (e in prospettiva) il rendimento di ogni giocatore in relazione anche a quelle che erano le aspettative individuali; e in tal senso non mancheranno parecchie promozioni. Le troppe reti al passivo, ad esempio, potrebbero far pensare ad una tenuta disastrosa della difesa; bisogna però ricordare che tutta la squadra contribuisce alla fase difensiva e il solo pacchetto arretrato non può fare miracoli. Fatta questa doverosa premessa, spazio al nostro consueto Pagellone di fine stagione. Come da tradizione, iniziamo con portieri e difensori. Domani sarà la volta di centrocampisti e attaccanti, mentre venerdì chiuderemo con staff e dirigenza.
PORTIERI

Lorenzo Piras 8
37 presenze (37 da titolare). Senza esagerare, è lui la nota più lieta di una stagione chiusa nel peggiore dei modi. Anzi, potrebbe essere molto più di questo: il classe ’06, pur con tutte le difficoltà del caso, ha dato sfoggio del suo innato talento (non resti di proprietà della Juventus tanto a lungo per caso) evitando in ben più di una situazione di alzare il numero di pareggi e sconfitte. Sarà praticamente impossibile tenerlo, ma il Varese ha avuto per le mani un autentico gioiellino. Atomico

Stefano Ferrari 5.5
Una presenza (una da titolare). Dopo il buon esordio in Coppa Italia contro la Varesina sono seguite le apparizioni di Voghera (prima giornata) e San’Angelo (Coppa): due bocciature che non gli hanno più permesso di vedere il campo. Per quanto il contributo umano nello spogliatoio sia sempre stato di grande rilevanza (autentica spalla di Piras in ogni frangente), non ha più avuto modo di riscattarsi in campo. Indebidato
DIFENSORI

Ferdinando Vitofrancesco 8
36 presenze (33 da titolare), 3 gol. Un appello condiviso da tutta Varese: clonatelo. Autentico tuttofare: l’abbiamo visto esterno basso, esterno alto, mezzala, play, difensore, centrocampista, attaccante aggiunto e, ci concederà la battuta, anche portiere a Saluzzo (pure in occasione di quel rosso si denota la sua esperienza e sagacia, visto che quel tocco di mano ha salvato un gol e Piras ha poi parato il rigore). Classe ’88 solo sulla carta d’identità: lui rappresenta senza dubbio un punto fermo da cui ripartire. Eterno

Samuele Bonaccorsi 7.5
33 presenze (32 da titolare), 7 gol. Arrivato per sostituire Molinari si è in verità rivelato l’alternativa (per gol fatti) al Cottarelli della passata stagione: garanzia offensiva sulle palle inattive e dominante nel gioco aereo in qualsiasi situazione, ma oltre a questo tanta tecnica e spirito combattivo (indispensabile per chi vuole vincere). Non è stato esente da qualche errorino in difesa, ma il classe ’98 è sicuramente uno di quelli che verrà ricordato positivamente. Se il cartellino rosso di Asti era immeritato, quello di Bra è sacrosanto: gol furbetto di mano che comunque testimonia la sua voglia di lasciare il segno. Elettrico

Stefano Molinari 7.5
3 presenze (una da titolare), un gol. Come già ribadito nel Pagellone invernale, il suo infortunio è stata la peggior notizia del Varese: senza di lui, per quanto degnamente sostituito, il reparto ha sicuramente perso qualcosa in ogni aspetto. Inizialmente doveva tornare la prossima stagione, ma ha bruciato i tempi di recupero e ha potuto saggiare il campo in altre due occasioni: chiaramente impacciato e lontano dalla miglior condizione, altri acciacchi hanno fatto sì che lo staff optasse per tenerlo a riposo. L’augurio è di rivederlo come perno difensivo l’anno prossimo. Rimpianto

Giusto Priola 6.5
18 presenze (15 da titolare), un gol. Una delle note più liete del finale di stagione: dal suo ingresso in campo a Chieri, con il gol del 2-2 che ha evitato quella che sarebbe stata un’autentica umiliazione, è risalito in cattedra dimostrando la sua esperienza in campo e il suo peso specifico a livello mentale, risultando sempre fra i più positivi e i più attaccati alla maglia. Con il senno di poi (sempre facile parlare) risulta incomprensibile la sua gestione globale: dopo l’esperimento da braccetto (fuori posizione, scontato che soffrisse), nel momento in cui ha alzato il livello da centrale puro è stato messo da parte per 12 partite (nel mezzo anche un infortunio, va detto). Non avrà certo la brillantezza di un tempo, ma in una squadra servono anche elementi del genere. Im(portante)

Lorenzo Giorgi 5.5
8 presenze (2 da titolare). Non possiamo che ripetere il giudizio di metà stagione, visto che è stato ceduto e non ha più potuto riscattarsi. Se da una parte il Varese ha dimostrato di credere nel classe ’05, dall’altra non sono forse arrivate le risposte sperate. Qualche buona prestazione c’è stata, ma nel complesso non ha garantito un rendimento da Varese. Timido

Vladimir Mikhaylovskiy 5.5
24 presenze (20 da titolare). Un peccato dover dare questa bocciatura ad un elemento che per tutta la sua carriera ha dimostrato di essere una certezza difensiva. E che per lunghi tratti l’ha dimostrato anche quest’anno. Il gigante classe ’89 è stato letteralmente spremuto nel girone d’andata (in cui ha tenuto botta per 19 partite consecutive), finendo per pagarne lo scotto nel girone di ritorno penalizzato da alcuni inevitabili acciacchi; c’è stato anche qualche evidente problemino nel rapporto con Floris (altrimenti non si spiega la sua esclusione di Chieri). A bilancio pesa lo zero alla voce gol segnati e, soprattutto, quel gol divorato a Gozzano che sarebbe valso il contentino playoff (sfortunato, va detto, in fase offensiva con un’infinità di legni colpiti). Sovraccaricato

Paolo Ropolo 5.5
24 presenze (2 da titolare), un gol. Gli infortuni ne hanno inevitabilmente condizionato il rendimento. Sia chiaro: di per sé ha sempre fatto il suo risultando sufficiente in ogni fase, ma da uno con la sua esperienza ci si poteva aspettare qualcosina in più (qualcosa che, probabilmente, avrebbe potuto dare qualora la stagione avesse preso ben altra piega). Il gol segnato ad Albenga sparirà dai libri di storia e di lui in questa stagione ci si ricorderà con un pizzico di amarezza; avrebbe potuto dare di più. Resterà? Difficile a dirsi: di sicuro uno come lui avrebbe la possibilità di rifarsi. Standardizzato

Simone Ferrieri 5
30 presenze (22 da titolare). La bocciatura più netta tra gli uomini di difesa: davvero un peccato non aver potuto ammirare in biancorosso l’esterno classe ’04 che tanto bene aveva fatto a Vado. Forse la pressione, forse una squadra non adatta alle sue esigenze, ma non è quasi mai riuscito a lasciare il segno: di lui si ricordano perlopiù i cross sbagliati. Floris ha provato ad adattarlo anche a sinistra con scarsi risultati. Carente

Giorgio Nitri NG
Una presenza (0 da titolare). Una ventina di minuti di discreto livello, poi il nulla. In allenamento non ha mai convinto e già a fine settembre è arrivata la rescissione. Rimandato
Matteo Carraro