Devis Mangia, guida del Varese nel campionato di Eccellenza dal 2004 al 2006, lo scorso hanno ha condotto i giovani della Primavera biancorossa alla finale scudetto. Adesso il salto sulla panchina del Palermo, dopo essere stato chiamato questa estate ad allenare la Primavera rosanero.

Rispetto alla scorsa stagione il salto è stato enorme. Sei passato dai campetti di Ispra e Albizzate al Barbera 
“Un anno fa tutto questo era impensabile, anche se è doveroso dire che in fondo ogni campo da calcio è uguale all'altro. Certo che l'impatto è stato notevole, soprattutto dal punto di vista mediatico”.

Com'è l'ambiente palermitano?
“Mi trovo molto bene. Mi sono ambientato subito perché ho trovato tantissima gente disponibile e una bellissima accoglienza. L'impatto con la prima squadra è stato ottimo perché ho ricevuto fiducia da parte di tutti. All'inizio forse c'è stata un po' di diffidenza, ma credo sia stato normale. Adesso invece c'è curiosità e sostegno. È chiaro che poi a parlare sarà il campo”.

Parliamo del campionato e dell'esordio in casa contro l'Inter.
“Esordio facile devo dire. Scherzi a parte è una partita dura, di solito si dice che queste sfide non bisogna neanche prepararle perché sono uno stimolo di per sé, invece non è così. Dobbiamo arrivare assolutamente pronti e capire che dobbiamo giocarcela con tutte concentrandoci su di un avversario alla volta”.

Dunque il tuo approccio di concentrarti su una partita alla volta non è cambiato.
“Il mio modo di pensare non è minimamente cambiato. Dobbiamo pensare che la gara più difficile è sempre quella che dobbiamo affrontare perché è la prossima. Adesso conta solo la sfida con l'Inter perché è la prima”.

Quali sono le principali differenze tra guidare dei giovani che si devono ancora formare e allenare dei giocatori professionisti?
“Sono persone i giovani e sono persone i grandi ed è la dimensione umana dei giocatori che aiuta a creare la forza dell'allenatore, non è una questione di età. Il mio modo di lavorare è lo stesso, penso i calciatori prima di tutto come persone”.

Oltre a te, sono stati numerosi i “pezzi” del Varese approdati nella massima serie. Questo dimostra che la società ha lavorato sodo negli ultimi anni?
“Parlano i fatti. Tanti ragazzi giovani giocano già tra i professionisti, i dirigenti sono in serie A, due allenatori hanno avuto questa possibilità, quindi le scelte della società si sono rivelate giuste”.

Chiudiamo con una battuta: la Varese calcistica attende con ansia il “derby biancorosso” tra Palermo e Siena 
“Sinceramente spero di arrivarci La partita con il Siena non è lontana, ma lontanissima. Meglio pensare solo all'Inter, poi se dovesse arrivare una sfida del genere penso renda orgogliosa Varese”.

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