È di nuovo Varese-Padova al “Franco Ossola”, ma la storia, almeno quella dei padroni di casa è
cambiata.
Il Padova, nonostante cessioni, tra cui quella di El Shaarawy
(firmatario di quel maledetto 3-3 nella semifinale play-off) approdato al
Milan, e nuovi innesti non è poi molto diverso dallo scorso anno. Sicuramente più
stravolto è il Varese che dallo scorso giugno non ha cambiato solo giocatori,
ma anche allenatori e direttore sportivo. Il tecnico Alessandro Dal Canto
(promosso in panchina alla fine della stagione scorsa e poi confermato) e il
d.s. Rino Foschi sono invece rimasti i punti di riferimento dei biancoscudati
che più che mai quest'anno possono puntare alla serie A.

La squadra veneta è una vera e propria corazzata: a partire dal portiere
Pelizzoli, infortunato e sostituito dal giovane (classe '92) e promettente
Perin, per poi proseguire con i centrali Portin, Schiavi e Donati e i terzini
Legati, Renzetti e l'infortunato Trevisan. Il reparto di centrocampo è stato
rinforzato dagli arrivi di Marcolini, dal Chievo e Milanetto, dal Genoa. È approdato
al Padova anche l'ex biancorosso Osuji, finora però non molto utilizzato. Ma è
l'attacco il reparto più florido: Dal Canto può contare sul neo arrivato Cacia,
su Cutolo e Lazarevic senza dimenticare Succi, in via di recupero dopo
l'infortunio, il giovane Drame e il confermato Ruopolo.

Sul Varese Dal Canto si è espresso con precise parole: “E'
una squadra che con il cambio di allenatore ha trovato due vittorie esterne che
hanno risollevato il morale. Gli avverari stanno bene e l'identità del gruppo è
la stessa rispetto all'anno scorso. Sono aggressivi e vogliono invertire il
ruolino di marcia tra le mura amiche: noi punteremo a lasciarli “sfuriare” per
poi colpire”. Riguardo all'ultimo match a Masnago aggiunge: “È stata una bella
emozione, ma dubito che ritroverò lo stesso clima e la stessa cornice”.

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