Pian piano gli anni sabbatici sono diventati quattro. Quarantotto mesi scivolati via tra un panino e l’altro mangiato di corsa nella “pancia” del palazzetto, con una pila di DVD che, nel frattempo, è diventata alta come la Torre Eiffel e quaderni d’appunti che si sono ammonticchiati uno sull’altro. Milletrecento giorni buoni per alimentare un sogno, quello di Matteo Jemoli che, leggo dal sito Legabasket, figura come assistente di coach Carlo Recalcati. Un sogno iniziato quasi per caso. Una di quelle storie classiche da “Sliding doors”.
Matteo, estate 2008, finito il Liceo Scientifico, ha fra le mani i soldi per iscriversi all’Università, ma lungo la strada anziché andare all’ufficio postale e pagare il primo bollettino, si ferma al PalaWhirlpool e getta un’occhiata dentro. C’è l’allenamento della Cimberio, versione LegaDue, allenata da coach Pillastrini e Matteo, come fosse stato fologorato sulla via di… Masnago, decide che l’Ateneo, qualunque Ateneo, può aspettare. Quattro chiacchiere sincere con i genitori che, comprensivi, abbozzano: O.K., l’avventura può iniziare e Matteo può provare a dedicarsi al sogno della sua vita, la pallacanestro.
“Dopo le esperienze maturate a casa mia, Laveno, come allenatore per vari gruppi giovanili – racconta Jemoli – grazie a Bruno Bianchi entrai in Pallacanestro Varese come assistente di varie squadre. Nel corso dall’anno invece, grazie alla disponibilità dimostrata da coach Daniele Cavicchi (ex-assistente di Pillastrini, ndr), mi avvicinai ad un argomento affascinante: la preparazione delle partite. Cavicchi, eccellente maestro, mi insegnò i primi rudimenti. Per tutta la stagione successiva, quella del ritorno in serie A, collaborai con lui cercando di imparare il più possibile convinto che, al più, terminata l’epoca di Pillastrini, avrei potuto mettere nel mio curriculum una voce sostanziosa. Invece, sorpresa delle sorprese, nell’estate 2010 il Presidente Cecco Vescovi e il Team Manager Max Ferraiuolo in accordo con coach Recalcati, mi confermarono nel ruolo ed ora eccomi qui a dare una mano a Carlo e a Guido Saibene”.

I playoff sono ormai vicinissimi. Da esperto della materia quale squadra speri di incontrare nella post-season?
“Scegliere non sarà possibile perché gli accoppiamenti dipenderanno anche dai risultati altrui. Detto questo la mia speranza è di “beccare” Milano, sia perché l’abbiamo già battuta, e nella testa questo aspetto conta tanto, sia perché tecnicamente e tatticamente è una formazione alla quale, sulla carta, ci adattiamo meglio rispetto a Siena o Cantù”.

Massimo Turconi