Amareggiato e incredulo. Paolo Tomasoni ha saputo martedì scorso di non essere stato riconfermato sulla panchina della Primavera biancorossa. Al suo posto la società ha preferito dar fiducia a Stefano Bettinelli, in biancorosso oramai da sette anni sommando quelli trascorsi tra le giovanili e quelli con il ruolo di vice allenatore in prima squadra.
“Sono dispiaciuto non per la scelta, che non è in discussione, ma per la modalità e le tempistiche – il commento dell’ormai ex allenatore –. Per me è stata una doccia fredda perché mi è stato comunicato troppo tardi, il campionato è finito da oltre un mese e ora non ho possibilità di andare altrove perché quasi tutte le squadre a questo punto hanno l’organico già definito”.
In questo mese di tempo ha rifiutato offerte allettanti? “Non ho preso in considerazione alcuna offerta perché mi ritenevo impegnato – la sua risposta -. Non sputo sul piatto in cui ho mangiato e il rapporto si è rotto in tranquillità, senza nessun litigio, ci mancherebbe”.
Lo sfogo di Tomasoni continua: “Avevo la fiducia di Scapini e di Andreini, la decisione è dipesa dall’alto. Mi dispiace che una decina di giorni fa ci siamo seduti al tavolo tutti insieme in una riunione fiume dove abbiamo pianificato la stagione. Poi c’è stato un cambiamento di rotta, sinceramente non so da cosa sia dipeso. Di sicuro non dai risultati”. La Primavera ha concluso la stagione approdando alle Final Eight dopo il terzo posto, dietro a Inter e Milan, nella fase a gironi. “È curioso il fatto che l’allenatore della Primavera dell’Inter sia passato ad allenare in Serie A e chi invece è arrivato a tre punti da quella squadra venga lasciato a casa. È un anomalia. In tutto ciò non vedo meritocrazia”.
Elisa Cascioli