Settimana di protesta ancora per la Famiglia dell’Handaball che vede punita la propria rimostranza del tutto pacifica, con un cartellino giallo dato al dirigente in panchina della squadra aderente al “Time Out”. Questo è ciò che è successo lo scorso weekend anche alla società cassanese, in trasferta a Ferrara: al fischio d’inizio il Cassano chiede il “Time Out” che gli spetta, al termine del minuto in cui i giocatori si sono schierati in linea in silenzio con il viso reclinato, l’arbitro ha ammonito il dirigente in panchina con cartellino giallo. Motivazione? “Atteggiamento antisportivo.” Alla medesima situazione si assiste domenica durante la partita della Virtus Cassano 92 al Palatacca.
Chiamare il time out è un diritto delle formazioni e nessun regolamento vieta o impone di farne l’uso che si ritiene giusto e opportuno. – si legge nel comunicato della Famiglia dell’Handball – Se un allenatore decide di “sacrificare” uno dei tre tempi consentiti, per restare in silenzio davanti alla panchina, piuttosto che dare consigli e schemi di gioco, è una questione che riguarda solo le società e in nessun modo gli arbitri. Dimostrare l’antisportività di quello che riteniamo un modello di fair play e di rispetto delle regole, ci sembra arduo e pretestuoso.” Infine non è ancora chiaro il ruolo degli arbitri che dovrebbero essere giudici imparziali “Stupisce, infine, che a farsi portavoce di una reazione ingiustificata e opinabile, sia la categoria arbitrale, che si presta ad essere capro espiatorio di un atteggiamento autoritario e intollerante, applicando il regolamento in maniera irregolare.”
Non si conoscono ancora le prossime mosse della Grande Fam. Dell’Handball, guidata dal Professor Montauti. Attualmente non risultano comunicazione ufficiali della FIGH che chiariscano l’accaduto, né tanto meno aperture di dialogo per trovare un punto di accordo.

 Federica Scutellà