Con l’inizio della Champions League, la Openjobmetis vivrà una parte di stagione carica di impegni ufficiali. Varese ha dalla sua l’esperienza maturata l’anno scorso in FIBA Cup, un’avventura di cui può sicuramente far tesoro per gestire al meglio questa fase. Paolo Moretti ha iniziato la sua seconda stagione sulla panchina del club biancorosso: con lui abbiamo parlato del periodo che sta vivendo Varese e delle impressioni sulla squadra vista in queste prime settimane.

I giocatori scelti per questa stagione hanno grande esperienza nel campionato italiano. Era un obiettivo prefissato?

«Sì, è stata una scelta precisa. Come tutte le scelte è soggetta a dei rischi, non sempre i risultati sono quelli che speri. Però l’idea era di limitare al massimo gli imprevisti legati a giocatori nuovi per il campionato, anche sulla scorta di quanto accaduto nella passata stagione. Volevamo elementi esperti e per questo abbiamo optato non solo per alcune conferme, ma anche per giocatori che in passato avevano già vestito questa maglia e conoscevano l’ambiente. Nelle nostre intenzioni, questo può aiutarci a velocizzare il perfezionamento dei meccanismi e ad anticipare il momento in cui saremo una squadra perfettamente collaudata».

Cosa pensa del formato della Champions League?

«Sarà una competizione molto dura, anche dal punto di vista del format. Il numero di squadre e di partitenon è indifferente, considerando che ogni club qualificato ha un numero minimo di 14 gareda disputare, ovvero quelle previste dalla prima fase a gironi. Sul campo è lecito aspettarsi una competitività molto alta perché c’è un buon numero di squadre di alto livello».

14 cantu-varese moretti salutoLa partita contro Milano era un test contro la miglior squadra del campionato. Quali risposte ha avuto dai suoi?

«Ci sono state luci ed ombre. Gli aspetti positivi sono sicuramente che non abbiamo mai mollato, che abbiamo disputato una partita coraggiosa e che siamo riusciti a lottare contro una squadra che è molto più attrezzata di noi. Avrebbero potuto schiacciarci, invece siamo riusciti a reagire ad ogni momento di difficoltà. Questo può essere un buon punto di partenza, dobbiamo raccogliere spunti che ci permettano di recuperare il margine tra noi e le squadre top del campionato».

La trasferta del Forum ha messo in luce Avramovic e Pelle. Quale sarà l’importanza della panchina in questa stagione?

«Sicuramente abbiamo un ottimo materiale umano e le risposte arrivate dalla panchina domenica scorsa sono inequivocabili. Dal punto di vista della profondità del roster, però, c’è molto da lavorare. Dobbiamo raggiungere ancora un equilibrio tra giocatori nuovi e vecchi, oltre che tra giocatori giovani e meno giovani. Ci serve ancora un po’ di esperienza che arriverà dagli allenamenti e dalle partite».

A Masnago arriva Brindisi. Ha già tutte le caratteristiche di una squadra di Meo Sacchetti?

«Senza alcun dubbio. Brindisi ha dimostrato in questo inizio di stagione di aver già preso il dna di Meo: ama giocare ad altissimi ritmi e non ha alcun problema a prendersi tiri fuori ritmo. Si vede che i giocatori stanno seguendo in tutto e per tutto le indicazioni del coach».

Filippo Antonelli