Quando il basket passa dalla cronaca delle partite alle polemiche tra due società sarebbe buona norma star fuori dal discorso, sperando, per il bene dell’intero movimento, che i due litiganti, trovino un accordo, per tornare sereni a giocare la partita successiva. Senza conoscere le premesse, sabato scorso a Gazzada, l’allenatore della squadra ospite, ha pensato di esprimere il suo dissenso per una diatriba, che in teoria doveva già essere chiusa, esponendo uno striscione (in foto in alto) che non lasciava dubbi sul suo pensiero nei confronti della dirigenza del Basket Sette Laghi.

Sorvolando sul momento poco opportuno, visto che in campo stavano scendendo comunque i suoi ragazzi, e sorvolando (fino ad ora) sulle sue più o meno condivisibili parole, avevamo pensato, di dimenticare l’accaduto, per il bene di tutti; ma (in ogni storia purtroppo c’è sempre un “ma” che rovina tutto!), invece di migliorare la situazione, ci siamo trovati tutti di fronte ad un uragano in piena, pronto non solo a polemizzare sulle sue pagine personali dei social, ma addirittura su giornali nazionali e varesini, raccontando la sua versione dei fatti. A questo punto, un buon giornalista, per correttezza, dovrebbe, prima di ogni altra cosa, dare a tutti la possibilità di ascoltare anche l’altra campana, perchè a volte, la realtà dei fatti è molto differente da come appaia a prima vista. Per questo motivo, viste le accuse mirate e pesanti lanciate nei confronti della società di Gazzada, ci è sembrato quantomeno indispensabile, offrire a tutti gli appassionati di basket la possibilità di conoscere questa brutta storia, raccontata anche dalla dirigenza gialloblù, per dare un quadro completo di questa situazione paradossale che si è venuta a creare.

A raccontarci l’accaduto è il GM Claudio Vasini al quale lasciamo volentieri la parola: “Partiamo dall’inizio, perchè purtroppo sono state scritte una serie di inesattezze che hanno rivoluzionato l’intera vicenda. Prima di tutto, risolviamo subito la parte della storia che riguarda Alberto Zambelli: è stato detto che il nostro allenatore avesse dato l’ok per lo spostamento delle partite, quando invece, lui, interpellato dall’allenatore avversario per questo problema, ha solo dato l’ok per inoltrare la richiesta in società; ma secondo voi, può un allenatore da solo farsi carico di dare una risposta simile senza averne prima parlato con la dirigenza? In una società seria non è compito dell’allenatore prendere queste decisioni, e, infatti, Alberto, ha giustamente messo a conoscenza lo staff dirigenziale di questa richiesta. Ora passiamo al punto principale del problema: loro, avendo in questa settimana alcuni ragazzi impegnati nelle finali Under20 hanno chiesto a noi (il loro allenatore al nostro!) di spostare gara-2 e l’eventuale gara-3 a settimana prossima. Noi, nonostante si sostenga il contrario, non abbiamo negato lo slittamento (se possiamo venirci incontro in queste cose, lo facciamo volentieri), eravamo disposti a giocare martedì e giovedì prossimo come da loro richiesto, ad una sola condizione: che spostassero l’inizio delle semifinali di qualche giorno. Sì, perchè finendo eventualmente giovedì sera, e con gara1 di semifinale dopo sole 48 ore, non avremmo avuto il tempo non solo per riposare o recuperare qualche eventuale infortunio lieve, ma, addirittura, non saremmo nemmeno stati in grado di preparare la partita contro i nuovi avversari. Tutto ciò, sarebbe ovviamente valso per noi, o per loro, in caso di passaggio del turno! Gli altri, finendo gara-3 questo sabato, avrebbero una settimana giusta per riposare e preparare le semifinali, mentre noi o Milano, nemmeno un allenamento: vi sembra una richiesta assurda? Gli organi competenti, non hanno accettato di far slittare l’inizio delle semifinali, quindi come potevamo noi accettare la richiesta dei milanesi? Lui sostiene a gran voce che i suoi ragazzi si stanno allenando duramente dalla scorsa estate, ha ragione, ma anche i miei stanno facendo altrettanto, se gli organi competenti non ci vengono incontro, perchè devo essere io a rimetterci? A quel punto (e solo in quel momento!) con la risposta negativa dall’alto, siamo stati costretti a dare anche noi risposta negativa a loro. Pensavamo che la questione fosse chiusa, la nostra disponibilità l’avevamo data. Sabato invece ci siamo trovati la sorpresa, sinceramente, in tutta la mia carriera, sia da giocatore, che da dirigente, non ho mai visto una cosa simile, messa appositamente per creare polemica, per di più prima della partita. Pazzesco, poi si parla di volere il bene del basket, e si fanno slogan tipo “w il basket giocato”, mah, un po’ incoerenti! Comunque, siamo abbastanza delusi pure per tutto questo terrorismo mediatico, con notizie inesatte o lasciate a metà, messo in piedi per screditare la società e il presidente; a noi spiace di non aver potuto accettare la richiesta, ma non capiamo, secondo lui, quali alternative avessimo! Per di più, giusto per chiudere la questione, vorrei sottolineare che noi, abbiamo due tesserati che dalle statistiche ufficiali risultano essere fondamentali per la nostra squadra, che hanno il doppio tesseramento con la Pallacanestro Varese, ed abbiamo un accordo, siglato la scorsa estate, in cui noi accettavamo di metterli a loro disposizione in qualsiasi momento. I due under, Filippo Testa e Jacopo Lepri, sono qui non per fare il nono e il decimo uomo, ma per giocare e crescere, quindi noi, li abbiamo inseriti nelle rotazioni dando loro molto spazio; quando la Pallacanestro Varese chiede ai ragazzi di andare in trasferta in coppa o campionato, noi avremmo tutti i diritti di chiedere lo spostamento delle partite. Tutto ciò è successo anche contro Lierna, una partita che per noi era davvero importante, ma, nonostante le assenze, abbiamo deciso di andare a giocare senza spostare nulla, perchè sapevamo di questo problema da inizio campionato, e invece di piangere, ci siamo adeguati; questi signori che invece hanno chiesto di spostare, hanno fatto bene, era un loro diritto, ma era comunque un mio dovere tutelare i miei, quindi, per quanto mi riguarda, la questione era chiusa, non serviva tutto questo polverone, e soprattutto, trovo fuori luogo tutte queste accuse gratuite e volutamente offensive!“.

 

LA RISPOSTA DI MILANO 3

Alessandra Conti