Per come si era messo il primo tempo, forse per la Openjobmetis è una buona notizia anche soltanto essere potuta uscire dalla Adriatic Arena con il rammarico di aver perso in modo così rocambolesco. Sì, perché osservando il gioco espresso da Varese per due quarti abbondanti, pareva francamente impensabile che i biancorossi potessero arrivare a giocarsela all’ultimo tiro. La reazione del quarto quarto, pertanto, è un buon segnale.

Le note positive, però, grossomodo si fermano qui. Difficile accontentarsi di una rimonta sfumata per un soffio perché l’avversaria, questa volta, era più che alla portata di Ferrero e compagni. Il dispiacere di aver concesso alla Victoria Libertas più di due frazioni di gioco supera sicuramente la soddisfazione di aver saputo – ancora una volta – reagire. Anche per una questione di classifica, che si è accorciata ulteriormente alle spalle della OJM a causa della vittoria di Pistoia su Torino.

A tradire Varese – e non è la prima volta – è stato un attacco che ha sparato a salve per larga parte del primo tempo. Nei primi 20 minuti sono arrivati solamente 27 punti segnati con 11/24 da due e 1/11 dall’arco dei tre punti. Il tiro da tre, croce e delizia del basket moderno, sta regalando poche soddisfazioni ai biancorossi, quart’ultimi in campionato per percentuale dalla distanza (30.4%).

Dopo essere sprofondata anche a -15 – e aver passato comunque diversi minuti di gara oscillando tra il -10 e il -13 – Varese ha improvvisamente trovato la giusta alchimia solamente nel quarto periodo, rimettendo in pochi attimi in piedi una partita che sembrava già persa. Avramovic e Okoye hanno ispirato la rimonta, impreziosita dai punti di un Cameron Wells che – e anche in questo caso non si tratta di una prima volta – si è iscritto al match solamente nel finale.

Gli dei del basket, però, hanno deciso di premiare la costanza di Pesaro nell’arco della gara e non il tentativo di rimonta della Openjobmetis: nel finale infatti, complici anche alcune decisioni arbitrali controverse – di cui una, ad onor del vero, in favore di Varese – che hanno tolto la regolare fluidità al gioco, Pesaro ha trovato la vittoria con due triple di tabella di uno scatenato Dallas Moore (11 punti nel solo quarto periodo).

Il canestro decisivo di Moore si può definire in gergo la classica preghiera per provare un tiro prima che scada il tempo. E la preghiera, in questo caso, è stata accolta. Un duro colpo per Varese, che deve dimenticare in fretta le ultime due prestazioni per tornare a convincere (e a vincere). Anche perché adesso il calendario – dopo l’inizio di fuoco – propone scontri favorevoli. La Openjobmetis deve tenersi fuori dalla zona calda per non ritrovare le paure vissute in particolare nella passata stagione.

Filippo Antonelli