A Varese nessuno si è ancora dimenticato di lui e probabilmente nessuno se ne dimenticherà per molto, molto tempo. Bryant Dunston rappresenta il talento più puro e cristallino che negli ultimi anni ha calcato il parquet del Lino Oldrini di Masnago e che poi ha spiccato il volo verso i più alti lidi del basket europeo.
Un giocatore arrivato in sordina in quella magica estate del 2012-2013, l’anno degli Indimenticabili, dall’Hapoel Holon e dimostratosi poi giocatore totale, capace di dominare la LBA in lungo ed in largo, fermatosi ad un polpaccio dal riportare lo scudetto a Varese dopo più di dieci anni.
Un centro alla Hines, non altissimo, 203 cm, ma molto atletico, agilissimo, ed anche tecnico, con un tiro dalla media niente male, che ma che viveva della sua esplosività, sia in attacco dove schiacciava in testa a chiunque, sia in difesa, dove si ergeva a baluardo insuperabile della difesa del gruppo guidato da coach Vitucci, stoppando in lungo ed in largo gli avversari, in una stagione chiusa con 2.2 stoppate di media a partita.
Dopo la parentesi varesina due anni all’Olympiakos e poi all’Efes, dove gioca tutt’ora la sesta stagione consecutiva. Anni in cui ha continuato a crescere e che hanno rafforzato i suoi punti di forza. Ieri sera ha sublimato il proprio dominio nei pitturati di tutta Europa, raggiungendo quota 300 stoppate realizzate in Eurolega, primo giocatore nella storia del torneo capace di raggiungere questo traguardo, che lo consacra nell’olimpo del basket, dove porta con sé anche un po’ di Varese.
Alessandro Burin