Ampia panoramica dell’ USD Cistellum di Cislago, in cui l’allenatore Andrea Quagliotti evidenzia le diverse fasi di preparazione rivolte ai karateka di tutte le età, sia amatoriali che agonisti, e ci introduce anche allo stile Shidokan.

Allenatore Quagliotti, come si avvicinò al Karate?
“Il Karate è una disciplina complessa, ha molte tecniche e prevede delle abilità di equilibrio, forza e coordinazione. Mi ha attratto per il fatto che, pur trattandosi di uno sport individuale, c’era anche la possibilità di crescere e migliorare anche grazie ad un gruppo coeso in allenamento. Quest’arte marziale conduce a dei benefici sul piano fisico ed insegna anche a responsabilizzarsi, soprattutto nei momenti in cui l’atleta sale sulla pedana o tatami, oppure mentre svolge il katà individualmente. I fattori che mi hanno motivato di più nel diventare allenatore sono stati lo staff di persone buone e competenti presenti qui al Cistellum, il fatto di approfondire degli aspetti di bio-meccanica sportiva ed anche quello che da istruttore, dopo l’agonismo, quando comprendi le ragioni scientifiche degli esercizi che fai svolgere agli allievi”.

Quali cinture segue?
“Dal 2018 ho inziato dai bambini, con le bianche e le gialle, poi ho seguito anche gli agonisti, dalle blu alle nere. Attualmente in allenamento seguo i piccolissimi, dai cinque agli otto anni. Nei confronti dei bambini il Karate è uno sport ludico ed ha lo scopo di sviluppare le loro abilità motorie. Negli agonisti invece, dalle cinture superiori, è previsto uno studio delle tecniche e dei katà più approfondito, oltre ad un lavoro di preparazione fisica, allo scopo di sviluppare le abilità condizionali, come velocità e forza. In generale, qui mi trovo bene, abbiamo sempre avuto dei gruppi di persone coese, di tutte le età”.

Quali stili insegnate?
“Lo Shotokan, ma abbiamo collaborato anche con un Maestro specializzato nello Shidokan, che si caratterizza per le posizioni corte, previste nei katà o forme ed anche per delle tecniche a mano aperta. Nel complesso tramandiamo lo Shotokan, perché ce lo insegnò il nostro Sensei, e ritengo che abbia delle posizioni più profonde di delle tecniche a mano chiusa. Per gli atleti amatoriali, è previsto un Karate meno intenso dal punto di vista fisico, allo scopo di conoscere meglio il proprio corpo, comprendere i movimenti corretti, gli aspetti storici, socio-culturali e meditativi della diffusa arte marziale giapponese, come l’ importanza chiave della respirazione, durante lo svolgimento dei katà”.

Come svolgete il katà e il kumitè?
“I bambini sono introdotti al kumitè, o combattimento regolamentato, con l’idea di un combattimento sportivo, prima senza avversari contro un palloncino e poi senza contatto, allo scopo di far capire loro gli spazi e le distanze. La categoria Esordienti inizia a svolgere il kumitè controllato contro un compagno ed in seguito, nell’agonismo maturo, vigono invece le regole della WKF, dove tra i contendenti avviene un contatto corretto, con forza, tempestività e intensità, allo scopo di guadagnare i punti per poi vincere il duello. Per le prime cinture sono previsti i katà di base, poi per quelle più alte, dei katà più complessi, che prevedono più tecniche di vario genere ed una quantità maggiore di salti e calci. Dal momento in cui l’età dell’ atleta avanza, tendiamo a specializzarlo, in base alla sua predisposizione, alla prova di katà, oppure a quella del kumitè”.

In allenamento usate delle armi?
“Abbiamo raramente impiegato il bo o bastone lungo ed anche quello più corto. Lo utilizziamo solo durante lo svolgimento del Bunkai, l’applicazione delle tecniche previste nei katà all’interno del combattimento, allo scopo di farne capire agli allievi il significato. Anni fa svolgemmo un paio di lezioni con un Maestro specializzato nella katana, la celebre spada giapponese, ma nelle fasi di preparazione per l’ambito sportivo non ne abbiamo mai usate”.

Come preparate gli allievi agli esami?
“Gli esami per i passaggi di livello tra le cinture colorate avvengono all’interno della nostra palestra o dojo, mentre quelli per ottenere i dan, dalla nera in poi, sono federali e si è giudicati da degli arbitri facenti parte della Federazione. Li alleniamo sui fondamentali o kyon e sui katà da eseguire. Per le colorate non è obbligatoria la parte teorica, ma nel complesso una cintura nera dovrebbe esserne consapevole, in merito ai nomi delle tecniche in giapponese. Adesso abbiamo cento iscritti ed intendiamo crescere sia a livello numerico che qualitativo. Per noi allenatori, che abbiamo la possibilità di frequentare dei corsi di aggiornamento previsti dalla FIJKLAM ed ottenere anche dei crediti formativi, la nostra formazione rende lo sport una scienza”.

Nabil Morcos

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