Il giorno dopo la sconfitta con Sassari ed il doloroso -29 finale non può non partire dalla voglia di riscatto che certamente animerà i ragazzi di coach Brase nella sfida casalinga di domenica 26 marzo alle ore 20:00 contro la pericolante Tezenis Verona.

Lezioni come quelle di Sassari possono essere paragonate a quella di Brescia all’andata, una sconfitta dopo 25′ di puro dominio in campo che insegnò molte cose a Ross e soci, accelerando esponenzialmente il processo di crescita, ma anche di formazione, del gruppo biancorosso. Vogliamo pensare che anche la sconfitta di Sassari possa insegnare molto al quintetto varesino, a  partire dalla solidità e intensità messa in campo nella propria metà campo dalla Dinamo. Armi che Varese deve sì imparare ad usare, ma anche a controbattere quando usate dagli avversari. Solo così facendo quello di Sassari potrà essere ricordato come un incidente di percorso.

Visto il cammino in questa stagione dei biancorossi, ci viene da pensare che sarà proprio così e che domenica vedremo una OJM ferita nell’orgoglio e razzente sui 28 metri, che metterà a terra la sua potenza. A partire da un Brown uscito anzitempo per falli domenica, per proseguire con un Ross andato fuori giri come raramente gli è accaduto in questa annata.

La corsa ai playoff riparte con un turno in meno da giocare (e ne restano 8) e da 4 punti di vantaggio sulla coppia Treviso Venezia, cui Varese farà visita nel corso del prossimo mese di aprile. Diventa, perciò, fondamentale difendere il fortino casalingo nei quattro turni restanti contro Reggio, Brindisi e Scafati oltre Verona per conquistare quegli otto punti che potrebbero essere sufficienti per andare ai playoff.

Prima, però, attenzione agli scaligeri. La formazione di coach Ramagli ha nel play italiano Cappelletti una delle sorprese di stagione nonché’ un punto di riferimento coi suoi 11,2 punti e 5,1 assist. Manca un po’ il tiro da fuori dove l’ex Mvp della A2 21/22 viaggia col solo 22,5% da 3. Ad alternarsi con lui in regia c’è Karvel Anderson con 15,5 punti e un buon 40% dall’arco oltre al figlio d’arte Davide Casarin. Cresciuto nel minibasket della Reyer Venezia, dove ha iniziato a giocare all’età di 4 anni, il figlio di Federico ha esordito in serie A alla verdissima età di 15 anni e 355 giorni, poi il prestito a Treviso nel 21/22 e ora l’annata a Verona dove si sta ritagliando 18′ a gara.

In guardia altri due pezzi pregiati del roster veneto con un altro giovane italiano come Bortolani e l’ex Trento Sanders. Iniziata la stagione a Manresa, Bortolani è tornato dopo 7 gare in Italia dove produce 10,6 punti col 36% dall’arco. Sanders ha lasciato un ottimo ricordo a Tortona dove ha disputato due anni e mezzo portando i piemontesi in serie A e disputando un’ottima prima annata in A con la Bertram, porta atletismo e difesa alla compagine veneta. In ala troviamo il trio Johnson, Udom e Rosselli, con quest’ultimo che ha visto il campo solo 11 volte in questa annata. Johnson è un altro giocatore che vede poco il canestro dalla lunga distanza (15% da 3) che ha fatto bene a Capo d’Orlando nella scorsa annata mentre Udom è giocatore che dà atletismo, ma anche lui senza il vizio del tiro pesante. Ultimo arrivo in casa Verona è Justin Simon. Molti si domanderanno chi sia questo giocatore dato che non ha ancora disputato una partita con la maglia della Tezenis. Ebbene, Simon giunge in Italia, farà stamane, giovedì 23 marzo le visite mediche con i gialloblu e dovrebbe esordire contro Varese dopo aver vinto il titolo in Australia con i Sidney Kings. Ha sfiorato il titolo di Mvp dei playoff ed è un giocatore che sa fare un po’ di tutto: ala piccola che può giocare anche guardia e, all’occorrenza, ala forte. Oltre a queste caratteristiche, Simon è un difensore feroce: ha vinto il titolo di miglio difensore sia due anni fa sempre in Australia che l’anno scorso in Germania con Ludwigsburg. Mani rapide tanto da esser un ottimo ladro di palloni nonché un agonista che sa esaltarsi nei climi da battaglia proprio come sono i playoff. O, dal punto di vista di Verona, le ultime otto gare in cui si giocherà tutto per restare in serie A. Proprio per questo non ci stupiremmo di vedere Simon come il collante giusto per far fare il salto di qualità ad una Tezenis che finora ha sempre raccolto meno di quanto ha seminato. Con la speranza che il raccolto incominci da lunedì prossimo.

Sotto canestro, in una formazione con pochi centimetri così come quella varesina, troviamo Pini, giocatore di energia arrivato a stagione in corso dalla A2 di Cantù e l’ala forte Devin Davis, anche lui giunto da Napoli dove, a sua volta, era arrivato a campionato in corso nel mese di novembre.

Occhio a…Taylor Lynn Smith

Attenzione massima sotto canestro in casa Pallacanestro Varese per la presenza di Taylor Lynn Smith. Il giocatore classe 1991 è un centro di 200 centimetri con 11,2 punti, il 66% da 2 e 7,4 rimbalzi di media. Lungo fisicamente forte, come testimoniano i suoi 110 kg, Smith è la colonna portante della squadra di coach Ramagli, il perno attorno al quale non solo ruota il gioco offensivo gialloblu, che su di lui trova sponde e appoggi determinanti per aprire l’area avversaria e muovere la palla nel consueto gioco dentro fuori atto ad armare i tiratori scaligeri ma anche l’uomo di solidità nella propria fase difensiva. Mani educatissime, Smith abbina un’ottima qualità tecnica ad un potente atletismo, per questo la sfida contro Tariq Owens sarà certamente una delle situazioni che andrà a decidere il match.

Matteo Gallo

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