Il campionato dell’Amca Elevatori Handicap Sport Varese è iniziato nel modo migliore, con il perentorio 89-37 sulla Uicep Torino, e tra i biancorossi cresce l’attesa per il debutto casalingo nella Serie B 2024-25. Appuntamento già lanciato: sabato 30 novembre alle ore 16.30, ingresso libero al PalaCus per non perdere la sfida all’Alitrans Verona.

Occasione per vedere all’opera dal vivo capitan Pedron e compagni, ma anche e soprattutto per approcciarsi ad una realtà pura e genuina che fa della laboriosità il suo tratto distintivo. Dopo l’esperienza in Serie A di due stagioni fa, il ritorno in B è coinciso con una meravigliosa cavalcata che ha portato l’HS Varese a riconquistare la categoria ma, con grande umiltà, la società ha dovuto rinunciare all’approdo nella massima divisione italiana a causa della mancanza dei fondi necessari. L’Amca, con ancora maggior determinazione, si è quindi tuffata nella nuova Serie B con l’obiettivo di ripetersi e provare a riprendersi un palcoscenico che gli spetta di diritto.

A prescindere dai risultati sportivi, però, è il lato umano ciò che contraddistingue davvero l’HS Varese, aspetto centrale nel progetto portato avanti dalla società in sinergia con Viviana Nocera, fotografa professionista specializzata in servizi maternità, neonati e ritratti di famiglia (attiva a Varese con il suo studio dal 2012). Di quale iniziativa si tratta? Di un nuovo modo di fotografare gli sportivi, di andare oltre il gesto atletico che tutti noi siamo abituati a vedere in partita e di scoprire chi c’è realmente dietro quell’individuo. “Attraverso i miei scattispiega la stessa Nocera ho voluto proporre una sorta di evoluzione dell’uomo che c’è dietro lo sportivo, una persona che ama lo sport e che mette tutto sé stesso in ciò che fa. Volevo una prospettiva diversa: tutti noi siamo abituati a vedere immagini di sportivi, io voglio invece raccontare la loro storia, la passione e, in questo caso, la loro condizione. Ho iniziato con l’HS Varese proprio perché volevo far passare un messaggio forte e mi piacerebbe che, anche attraverso queste fotografie, quante più persone possibili si avvicinino a loro e allo sport in generale, vivendolo con la stessa intensità e dedizione che ci mettono questi ragazzi”.

Proprio su questo concetto, Nocera rilancia: “Lo sport fa bene a tutti i livelli e se attorno crei il giusto contesto diventa sempre più attrattivo e coinvolgente. Avevo in mente questo progetto da tempo e sono partita dai miei amici dell’HS Varese, riprendendoli in maniera creativa, fantasiosa e divertente. Loro hanno risposto alla grande. In queste foto si sono messi in gioco, andando oltre il semplice far canestro: è facile venir fotografati in partita, quando la concentrazione sul match è massima, ma è ben diverso porsi in primo piano davanti ad una macchina fotografica visto che possono subentrare insicurezza e timidezza. Mauro e Alessandro, nello specifico, sono invece stati eccezionali scoprendo sulla propria pelle un modo diverso e intimo di raccontarsi. L’hanno fatto divertendosi e credo che dalle immagini traspaia ogni cosa, dal loro essere alla loro passione, senza tralasciare l’intensità di ogni gesto. Più l’immagine è forte più il messaggio arriva: vorrei che questo modo di fare e intendere sport, raccontando anche la loro situazione, possa far emergere lo spirito che c’è in questa realtà e quanto sia importante il loro lavoro. Avvicinare sempre più persone, contribuire alla raccolta fondi e partecipare attivamente alle tante iniziative che ci saranno può fare davvero la differenza”.

E dall’altra parte?È stata un’esperienza semplicemente stupenda – conferma Mauro Fiorentini – e ringrazio pubblicamente Viviana per la professionalità e la disponibilità. Queste fotografie sono un veicolo eccezionale per valorizzare il nostro sport, ben lontano dal semplice “per disabili”: ci siamo sentiti come degli attori (ride, ndr). A Varese c’è una forte passione per il basket e noi vogliamo trasmettere anche quella per il basket in carrozzina: ci piacerebbe coinvolgere sempre più gente, accogliere tanti nuovi tifosi, far crescere il movimento e fare in modo che anche a livello economico possano giungere aiuti importanti, con i quali quest’anno avremmo potuto disputare la Serie A che ci siamo guadagnati sul campo. Questo progetto, inoltre, è anche un modo per spingere persone con disabilità a fare sport: per me il basket è la vita, ma ognuno può scegliere la disciplina che meglio gli si addice”.

Sottoscrive ogni parola il capitano Alessandro Pedron: “Promuovere il nostro sport è complicato, ma iniziative del genere rappresentano dei mattoncini che, messi uno sopra l’altro, possono portare a qualcosa di importante. Questa tipologia di fotografie è poco utilizzata: Viviana durante il set ci teneva aggiornati sui risultati degli scatti, ci faceva mettere in posa e ci dava una serie di indicazioni e consigli davvero preziosi. Non mi è dispiaciuto farlo perché ho avuto modo di raccontare due aspetti preponderanti della mia vita, il basket e la disabilità, visti in un’ottica diversa, tra chiaroscuri, effetti speciali e giochi di luce. Abbiamo dato un assaggio di quella che è la nostra realtà e l’augurio è di poter crescere, diventando più appetibili anche per eventuali sponsor perché, dopo una stagione praticamente perfetta, c’è tanto rammarico per non esser saliti in Serie A soprattutto per motivi economici. Il campionato è iniziato bene, adesso vogliamo proseguire su questa linea provando a coinvolgere sempre più persone: è bello avere tanto tifo sugli spalti e condividere a fine partita momenti di convivialità con chi viene a vederci. A tal proposito, stiamo facendo una bella e importante promozione con le scuole e sono certo che ci aspetta una grande stagione. Ripeto: non è facile, ma ce la stiamo mettendo tutta per creare un passaparola positivo e avvicinare l’intera Varese al mondo del basket in carrozzina”.

Mauro Fiorentini e Alessandro Pedron immortalati da Viviana Nocera

Matteo Carraro

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