Nell’Assemblea Elettiva di domani 2 ottobre, Matteo Marani (quale candidato unico) verrà riconfermato Presidente di Lega Pro. Dopo le 39 preferenze a 15 sul runner up Marcel Vulpis nell’elezione del 9 febbraio 2023, il responso dei 57 club aventi diritto (le 3 seconde squadre non partecipano al voto), avrà valore solo relativo. Ma a 20 mesi dalla prima elezione, qual è il bilancio della nuova governance della Serie C? La visita di Marani alla Pro Patria (e al Consigliere Patrizia Testa) in occasione del match di sabato con il Padova, ha permesso una chiacchierata informale utile a fare il punto sull’evidente cambio di passo operato nella terza lega professionistica italiana. Il sentiment borsistico è positivo. I numeri idem.

Boom spettatori

Lo switch più significativo riguarda il pubblico. Mentre la Serie B arretra (relativamente alla sola regular season, -10% nel 2023/24 rispetto alla stagione precedente con una perdita di 384.392 spettatori assoluti e 819 medi a partita), la Serie C cresce in modo robusto. Il Campionato 2023/24 (il primo della gestione Marani) ha visto in stagione regolare rispetto al 2022/23 una crescita di 677.806 biglietti staccati (+31.5% da 2.150.419 a 2.828.225 con un +48.50% nel Girone C) e un salto del 35.8% negli spettatori medi (da 1.896 a 2576). Il dato è tanto più consistente se considerato che in questo avvio di 2024/25 la crescita è confermata di un ulteriore +8% a 2.778 spettatori medi. Chiaro come dentro a quei numeri ci sia un po’ di tutto: dai 17.570 ingressi medi del Catania ai 326 del Renate giusto per citare i due opposti benchmark di stagione. Ma la media è tale in quanto compromesso statistico. Il punto è però un altro. Il successo di pubblico non è stato infatti per nulla zavorrato dall’accordo biennale con Sky per la cessione dei diritti audiovisivi. Legame con il broadcaster satellitare che ha portato al raddoppio dell’economico riconosciuto ad ogni club (da 35 a 70 mila euro circa). I dati di ascolto sono più che buoni e la novità di Diretta Gol (Sky e Now) potrebbe fare da collettore di interesse.

Mutuo soccorso

Se sul piano della promozione e del racconto il prodotto Serie C funziona (ma non sussistevano dubbi in presenza di un professionista del giornalismo del livello di Marani), gli aspetti di gestione più controversi riguardano (neanche a dirlo) mutualità e dintorni (ne abbiamo scritto già il 19 luglio scorso). Con la parità di bilancio garantita dal fondo perso delle seconde squadre (e l’anno prossimo a Juventus, Atalanta e Milan seguirà l’Inter), il paracadute della discesa dalla B (anche in prospettiva della sempre paventata revisione dei Campionati), ha creato malumori e difformità di vedute. Nel merito, e senza entrare nel dettaglio del doppio binario della mutualità di sistema e di quella garantita dalla Legge Melandri, la cosiddetta Riforma Zola nei contributi riconosciuti al minutaggio dei giovani ha provocato qualche alzata di sopracciglia causa (supposta) mancanza di equa ripartizione. Argomento controverso che necessita di qualche limatura. Ma nel complesso la nuova Lega Pro ha convinto per la rigidità dei controlli (solo l’Ancona non ha passato il taglio quest’estate), il rispetto delle date previste (calendari mai così precoci, il 15 luglio, e inizio puntuale del Campionato, circostanza derogata più volte negli ultimi anni), e l’asse “politico” con la Serie A (sintonia che comunque la si voglia interpretare rappresenta un plus per la categoria). Insomma, magari più provincia (per quello che resta il core business di Lega Pro), ma meno provincialismo. Non solo una questione semantica.                       

Giovanni Castiglioni
(foto Aurora Pro Patria 1919 Official Facebook)

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