Ha del clamoroso quello che sta succedendo in casa Openjobmetis Varese. La società biancorossa, nel corso degli ultimi giorni, sta vivendo un vero e proprio esodo, specchio di quel caos di spogliatoio raccontato nei giorni scorsi. Dopo l’addio di Egbunu, volato in Israele in cerca di fortune, sono in procinto di abbandonare la barca che sta affondando anche altri giocatori, altri due americani.

Il 6+6 costruito quest’estate dal duo Conti-Vertemati si sta disgregando pezzo dopo pezzo e per certi versi preoccupa anche la velocità con cui ciò stia avvenendo. Tra i giocatori pronti a lasciare la Città Giardino ci sarebbe quel Jalen Jones che la società ha curato, aiutato e sostenuto durante la rottura del tendine d’Achille e pronto ora a rispondere alle sirene europee (Eurocup), arrivate alla sua porta. Ma non solo, perché oltre a Jones pare sempre più intenzionato a cambiare aria anche quel Trey Kell che nelle ultime settimane si stava configurando come uomo in più della squadra biancorossa, in direzione Cina.

Un gioco di incastri o meglio di buyout che sta per svuotare il roster della Pallacanestro Varese ma che ne riempirà in parte le casse per cercare di reperire nuovi innesti sul mercato, in una situazione comunque molto complicata. Per la prima volta in tanti anni si sta verificando una situazione di totale fuggi fuggi che non può che far male ad un gruppo sempre più disunito.

Ricostruire praticamente da zero una squadra che andrebbe a perdere, oltre al centro titolare, anche l’ala e la guardia in pieno campionato è un compito quasi da mission impossible ma tant’è che la situazione questa è al momento. Ciò che potrebbe giocare a favore di Varese, quasi per ironia della sorte, è il nuovo focolaio covid esploso in squadra.

I due nuovi positivi nel Team Squadra evidenziati dai tamponi molecolari effettuati ieri, allontanano sempre più la ripresa degli allenamenti e con essa anche la possibilità che Varese scenda in campo domenica contro Venezia, guadagnando così tempo prezioso per ricostruire una squadra ad oggi sempre più a pezzi.

Alessandro Burin

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