Piccoli gesti che vogliono dire molto. Mattia Monticone ne sa qualcosa perché, a modo suo (con una semplicità disarmante), è riuscito a entrare nei cuori di tutti i tifosi biancorossi e il ricordo che ha lasciato in due stagioni a Varese sarà per sempre indelebile. Con lo stesso entusiasmo il difensore classe ’94 si è approcciato ad una nuova avventura con la maglia del Prato, nel Girone D, dove si sta già facendo voler bene da compagni e tifosi proprio in virtù del suo essere così semplice, spontaneo e solare. Anche e soprattutto nei momenti difficili visto che, in questi tre mesi, ce ne sono stati parecchi dentro e fuori dal campo.

L’ultimo, in ordine di tempo, un infortunio al polpaccio, la cui entità deve essere ancora valutata. “Durante una sessione di allenamento racconta Monticone ho sentito un colpo al polpaccio e mi sono subito fermato. Non ci voleva proprio, ora farò tutti gli esami del caso e mi auguro di poter rientrare in fretta”.

Rientrare in fretta per contribuire alla scalata del Prato. L’attuale undicesimo posto a -9 nove dalla coppia di testa non può soddisfare appieno al dirigenza biancoazzurra che ha vissuto un inizio di stagione al di sotto delle aspettative. “Sicuramente speravamo di essere più in alto – conferma Monticone – ma non sono preoccupato: il gruppo è sano e vanta il supporto di una società seria che sa bene cosa fare, oltre ad avere un mister (Raffaele Novelli, ndr) davvero preparato. Volevamo partire in maniera diversa, però il passato è ormai andato e ora siamo pronti a toglierci delle belle soddisfazioni. Cosa è mancato? Esperienza sicuramente, perché siamo un gruppo davvero giovane e, di riflesso, un po’ di sana cattiveria agonistica. Spesso siamo andati sotto e solo in alcune circostanze siamo riusciti a recuperare”.

Tra queste partite rientra l’esordio contro il Carpi, match deciso da un episodio al 92’ che ha fatto il giro d’Italia: dopo una rimonta da 2-0 a 2-2, il Prato stava imbastendo il forcing finale quando un giocatore avversario è rimasto a terra e i biancoazzurri hanno messo fuori il pallone. Rimessa per il Carpi e pallone restituito con Monticone che fa scorrere per il portiere: a quel punto, però, Saporetti si avventa sulla sfera e segna il 3-2 che apre ad un finale di polemiche. “Ero incredulo – commenta a mente decisamente fredda Monticone a due mesi di distanza – perché, dopo aver ribaltato il match, l’inerzia era dalla nostra parte e credevamo di poter portare a casa la vittoria nel recupero. Mettiamo correttamente fuori il pallone per consentire al loro giocatore di essere soccorso e, nel momento in cui ci viene restituito, decidiamo di farlo scorrere per il portiere; poi chi non merita nemmeno di essere nominato ha fatto quello che tutti hanno visto. In una parola? Uno schifo. I valori del calcio sono altri”.

Valori che Monticone e compagni hanno espresso in questi giorni di assoluta difficoltà ed emergenza per la Toscana a seguito della violenta alluvione che ha colpito la regione. Armati di pale, di loro spontanea volontà, i giocatori del Prato non hanno esitato a scendere nelle strade e nelle abitazioni per combattere il fango. “È il minimo che potessimo fare. Io sono Genovese e ho vissuto sulla mia pelle il significato di un’alluvione. Fortunatamente le zone in cui viviamo io e i miei compagni sono state risparmiate, ma mi si è stretto il cuore nel vedere la disperazione di persone che dovranno ricostruirsi una parte, se non tutta, della propria vita. Abbiamo fatto il possibile aiutando per due o tre giorni, ma con l’infrasettimanale e il derby in vista siamo dovuti tornare al lavoro: ieri sera contro l’Imolese non è andata bene (vittoria ospite 0-1, ndr), contro la Pistoiese vogliamo regalare un sorriso ai pratesi”.

Ombre (quanto successo a Carpi) e luci (quanto il Prato sta facendo ora) di uno sport che non è solo uno sport. I pratesi, ora più che mai, possono trovare conforto ed evadere momentaneamente da una drammatica realtà grazie alle gesta dei biancoazzurri sul campo, e Monticone lo conferma: “La gente continuava a ringraziarci, ma ribadisco che aiutare in queste situazioni è il minimo che si possa fare. Il calcio può dare tutto, è lo sport di tutti ed è fatto di passione, di sacrifici e di cuore. La missione più grande sta ora nel dar sollievo, nel nostro piccolo, a chi sta soffrendo: c’è gente che aspetta la domenica per andare allo stadio con i propri figli per vivere una giornata spensierata e vogliamo ripagarli nel migliore dei modi”.

Messaggio di gran cuore da parte di chi, nel proprio cuore, ha ancora una bella traccia di colori biancorossi. “La domenica il primo risultato che controllo è quello del Varese – conferma Monticone – e non potrebbe essere altrimenti. Sono davvero affezionato alla piazza, alla città e ammetto che mi manca un po’ giocare all’Ossola. Sono però felice nel vedere che la stagione non sta andando male: secondo me la squadra è fortissima e sono davvero fiducioso, anche perché mi sembra ci sia un’aria positiva. Mi sento ancora con chi è rimasto, soprattutto con Settimo, e dalla Toscana sono il vostro primo tifoso. È un peccato che non ci sia la Curva, perché la squadra quest’anno ne avrebbe davvero beneficiato, ma visti i valori della rosa credo basti poco per risalire la classifica. Un po’ come per noi e l’augurio è che sia Prato sia Varese possano festeggiare al termine della stagione. Un messaggio a Varese? Mi rivolgo a tutti: sarete sempre nel mio cuore”.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui