
Il Varese si appresta a iniziare il rush finale del 2024 con sei match cruciali ai fini del prosieguo del campionato. I biancorossi lo faranno arrivando da due pareggi consecutivi per 1-1 nei big match con Vado e NovaRomentin, lo faranno per ritrovare la vittoria che manca dal 2-0 sul Derthona, lo faranno a -6 dal Bra con la voglia di ricucire lo strappo per regalarsi il miglior Natale possibile ma, soprattutto, lo faranno con i tifosi al proprio seguito.
Proprio da qui parte l’analisi di Ferdinando Vitofrancesco. Il classe ’88 commenta la prima parte della stagione, il cui bilancio resta assolutamente positivo, e si proietta all’immediato futuro dimostrando di avere le idee ben chiare. “Prima di tutto voglio dire grazie a Varese – esordisce il capitano biancorosso – perché mai come quest’anno sentiamo i tifosi vicini alla squadra. Ci stanno seguendo con passione ed equilibrio, senza metterci pressioni inutili; i campionati si vincono così, stando uniti e consolidando l’imprescindibile sinergia tra piazza e squadra”.
In estate avevi detto che Varese è una piazza dal palato fine: sottoscrivi?
“Assolutamente sì, ma ribadisco di essere felicissimo per come i tifosi si siano approcciati a questa stagione. Parliamo di una piazza che ha vissuto il calcio vero, ed è giusto che vengano fatti paragoni con giocatori del passato, ma tutti hanno capito lo spirito di questa squadra, fatta da gente umile che lavora sodo per raggiungere il traguardo insieme ai suoi tifosi. Varese richiede impegno, noi ce la stiamo mettendo tutta la piazza ce lo riconosce”.
Varese a 23 punti dopo 13 giornate, qual è il bilancio del capitano?
“Senza dubbio positivo, anche se ci manca qualche punticino, e cito a tal proposito le trasferte contro Vogherese e Oltrepò. Bilancio meno positivo per quel che riguarda gli infortuni, e questo è sicuramente il dispiacere più grande: credo che non siamo mai riusciti a giocare due partite per come questa squadra era stata pensata. Al tempo stesso le assenze pesanti ci hanno permesso di mettere in mostra la nostra propensione al sacrificio, adattandoci a ruoli diversi; il mister sa di poter contare su ognuno di noi perché chiunque darà sempre il massimo. E, malgrado le defezioni, siamo comunque nelle primissime posizioni”.
Qual è stata la partita che a tuo giudizio ha fatto capire a tutti, tifosi e avversari, che quest’anno il Varese fa sul serio?
“Presentarsi in Coppa, per quanto non si tratti di campionato, e battere la Varesina in quel modo è già di per sé stato un bel biglietto da visita. Cito poi paradossalmente Voghera: fino al momento dell’espulsione abbiamo letteralmente dominato, il 2-0 ci stava anche stretto e, vedendo la fatica che le altre hanno fatto su quel campo, la nostra prestazione assume maggior valore, anche se purtroppo noi stessi siamo alla fine inciampati. Contro l’Imperia, invece, il trasporto del pubblico ha fatto la differenza”.
Viceversa, a tuo giudizio, c’è una partita che avete sbagliato?
“Quella con l’Asti, e il fatto di averne sbagliata solo una su 14 la dice già lunga; oltretutto è stata una partita importante per capire chi siamo. L’avevamo impostata attuando una pressione più bassa rispetto al nostro solito, quando noi invece siamo una squadra che deve aggredire alto perché, recuperando il pallone, abbiamo i giocatori predisposti a far male. Il Saluzzo? Non abbiamo sbagliato l’approccio, ma commesso una serie di errori accorciando male sui loro attaccanti che, girandosi e lanciandosi in campo aperto, ci hanno fatto soffrire. Anche per questo ad Asti avevamo scelto di cambiare modus operandi, capendo in fretta di aver sbagliato. Dobbiamo avere più coraggio, tornando ad essere aggressivi come lo eravamo nelle prime partite”.
Apriamo la parentesi terreno di gioco dell’Ossola?
“Se proprio dobbiamo… (ride, ndr). So che possono sembrare scuse e giustificazioni, ma questo campo ci penalizza davvero al 100% perché il Varese è una squadra estremamente tecnica, fatta da calciatori che danno del tu al pallone e non hanno paura a giocare di prima. Abbiamo gente abituata a ricevere palla sui piedi, e pulirla con classe, che se la ritrova sui denti… qui non riusciamo a fare tre passaggi di fila e, personalmente, mi sento scarso su questo campo: ho impostato una carriera sul cross e adesso faccio fatica a metterla in mezzo, non posso provare giocate che abitualmente faccio e, di conseguenza, non sono a mio agio. Anticipo la prossima domanda: so bene che ci giocano anche gli avversari e la differenza non credo sia fatta dalla fisicità, che serve ma che con un terreno del genere lascia il tempo che trova, quanto dall’inerzia. Mi spiego. Domenica la NovaRomentin ha iniziato forte vincendo un paio di contrasti e qualche rimpallo: cominciare così ti condiziona sia in un senso che nell’altro. Indubbiamente metto nel calderone anche qualche nostra responsabilità, ma su un campo del genere davvero non si può giocare a calcio: l’unica cosa da fare è lanciarla lunga scavalcando il centrocampo e sperando che succeda qualcosa. Va da sé che le palle inattive rivestano un ruolo di primaria importanza”.
A proposito, quando arriverà il tuo primo gol su punizione?
“Appena girerà un po’ di fortuna (ride, ndr). A Ligorna il portiere ha fatto una super parata, ho poi preso una traversa, domenica l’ho mandata fuori di poco; sembra non voler entrare. Ma continuo a lavorare per migliorare e, ne sono certo, la punizione vincente arriverà presto”.
Sei partite da qui a Natale, perfettamente bilanciate affrontando tre squadre di medio-bassa e tre di medio-alta classifica: quali sono le aspettative?
“Ci aspetta un mesetto bello intenso, ma vogliamo superarlo nel migliore dei modi per regalarci un bel Natale, riposarci durante la pausa e tornare a gennaio con un bagaglio importante da sfruttare. Saranno sei partite differenti tra loro, contro squadre sicuramente diverse l’una dall’altra, ma il nostro obiettivo non cambierà: dobbiamo restare attaccati a chi al momento ci è sopra”.
Si partirà da Lavagna, campo che l’anno scorso è risultato alquanto indigesto.
“Ahimè ricordo bene quella partita, anche se a dirla tutta non avevamo iniziato malissimo salvo poi pagare dazio in ripartenza. E dovremo far tesoro di quell’esperienza perché ci aspetta una partita intensa: giocheremo sul sintetico, ragion per cui mi aspetto che saremo noi a fare la partita e dovremo per l’appunto evitare di scoprirci. Loro saranno avvelenati arrivando da tre sconfitte, non conto la Coppa Italia (vittoria ligure per 3-1 sul Bra, ndr), e a maggior ragione contro il Varese vorranno far bella figura. Anche questa cosa l’abbiamo messa in conto: chi ci affronta, visto la maglia che indossiamo, darà sempre qualcosa in più, ma proprio perché noi siamo il Varese abbiamo l’obbligo di fare ancor di più”.
Matteo Carraro