Quello dell’U.S. Bosto è un nome evocativo per chiunque viva o abbia vissuto a Varese e in provincia. Fin dalla sua fondazione, il Bosto ha rappresentato un’eccellenza per quanto riguarda l’attività calcistica a livello giovanile. Anche grazie alle strutture che ha a disposizione nella sede di via Torquato Tasso a Capolago: un campo a 11, un campo a 9, la gabbia e la palestra interna in sintetico, più un campo a 5 in erba. Ma non è unicamente un discorso di strutture e la fiducia che dal territorio viene riposta ogni anno in questa società ripaga il lavoro che gli istruttori del Bosto svolgono quotidianamente.

“La nostra società ? spiega il direttore sportivo Mauro Brattesani ? opera unicamente nel settore giovanile: dai Piccoli Amici sino agli Allievi. Attualmente, oltre alla categoria Piccoli Amici, abbiamo 17 squadre. Il totale dei ragazzi iscritti è di circa 350. Rispetto all’anno scorso abbiamo dovuto ridurre di un paio di squadre per motivi di spazio perché le dimensioni sono quelle, ma comunque siamo riusciti a produrre gli incastri necessari per svolgere i lavori nella miglior maniera possibile. In primavera iscriveremo sicuramente un paio di squadre in più nella categoria Pulcini perché il loro numero aumenta sempre, segno che stiamo lavorando nella direzione giusta, e quindi vogliamo dare più spazio possibile a tutti i nostri tesserati. Anche quest’anno ? continua il ds ? saremo sicuramente presenti nei vari tornei. È un po’ prematuro parlarne: proprio in questi giorni stiamo decidendo la sede del torneo di Pasqua a cui prenderemo parte. Negli ultimi anni abbiamo girato l’Italia e non solo: siamo stati a Monaco, a Barcellona e, sotto un’altra veste, anche a Praga”.

Da circa un anno, il Bosto può vantare una collaborazione significativa: è entrata nel circuito delle società affiliate al Chievo Verona. Un progetto che ci viene spiegato dal direttore tecnico Davide Giardini: “Sulla base delle loro linee guida abbiamo prodotto un programma tecnico da far seguire alle annate che vanno dai Piccoli Amici agli Esordienti. È un percorso centrato unicamente sulla crescita tecnica e individuale del giocatore. Non andiamo ad insistere sulla tattica e su quelle cose che, ad avviso nostro e del Chievo, arrivano successivamente, quando il ragazzo matura. Il Chievo ci accompagna in questo percorso: abbiamo una visita mensile con un loro tecnico, oltre che contatti per attività e iniziative. Probabilmente parteciperemo anche quest’anno alla Chievo Junior Cup a Veronello e nelle ultime edizioni abbiamo ottenuto buoni risultati. Inoltre, un nostro ragazzo è andato negli Allievi Nazionali da loro e altri due o tre sono seguiti con attenzione”.

“Non si tratta ? precisa Giardini ? di uno specchietto per le allodole, di un qualcosa che usiamo per attrarre persone. Abbiamo scelto di intraprendere questo percorso con il Chievo perché abbiamo filosofie comuni: loro credono nelle nostre possibilità e nella nostra struttura, che è all’avanguardia in questa provincia. Dai Piccoli Amici (annate 2011 e 2012) fino agli Esordienti (2004) lavoriamo sull’atleta e sulle sue capacità decisionali e cognitive. Trascuriamo le questioni legate al risultato e alle partite: se i risultati arrivano va bene, ma non è un’ossessione”.

La nostra filosofia ? aggiunge Brattesani ? prescinde dai risultati: non ci snaturiamo solo perché alcuni genitori guardano al risultato, anche se questo talvolta può voler dire perdere un giocatore valido. Non possiamo tradire il nostro modo di essere e perciò chi non lo condivide ha scelto altre strade. Vale anche dal punto di vista degli allenatori e degli istruttori: se non condividi mentalità e filosofia del Bosto non puoi lavorare con noi. Non tutti sono d’accordo con il nostro modo di vedere le cose ed è per questo che spesso gli allenatori sono ex calciatori cresciuti da noi”.

“Qua non ci si limita unicamente al campo e al giocare a calcio ? prosegue Giardini ? perché noi cerchiamo anche di insegnare determinati comportamenti e regole. Il rispetto e la lealtà vengono prima di tutto e il fatto che molte persone, una volta terminato il proprio percorso nel nostro settore giovanile, abbiano avuto la voglia e il piacere di inserirsi nel nostro organico significa che abbiamo saputo dare dei valori”.

“È un riscontro ? conferma Brattesani ? che abbiamo anche per quanto riguarda i calciatori. I ragazzi che, terminato il percorso nel Bosto, vanno a inserirsi in un’altra società si distinguono sempre per rispetto, educazione ed impegno. Mi ricordo di un allenatore del Varese che, quando si era trovato davanti venti ragazzi nuovi nelle giovanili, mi aveva detto che sapeva già come si sarebbero comportati quelli provenienti dal Bosto. Molti dei nostri ragazzi sono arrivati ad alti livelli e forse noi non lo enfatizziamo nemmeno tanto. Quando succede, la soddisfazione è sempre grande. Giacomo Beretta è stato il più recente ad aver esordito in Serie A, poi tra i professionisti posso citare Aloe, Di Sabato, Fiumicelli, Pacifico e Meduri. Ma al di là del professionismo, le richieste da squadre di D o Eccellenza sono sempre tante”.

Quattro ragazzi del Bosto (due 2003 e due 2004), inoltre, sono stati inseriti nel programma dei Centri Federali Territoriali avviato dalla FIGC. Da ottobre ad aprile sono coinvolti ogni lunedì in allenamenti e partite sotto la supervisione di tecnici federali. Un programma che permette un migliore monitoraggio e sviluppo dei giovani talenti in Italia. Le attività del Bosto, tuttavia, non finiscono qui: c’è anche un doppio impegno settimanale con la scuola elementare di Sant’Ambrogio (a cui si aggiungerà quella di Capolago) per attività motorie, coordinative e sportive guidate dagli istruttori della società.

Una scuola di calcio e di vita, insomma, proprio come recita il motto societario.

Filippo Antonelli