In questo periodo di fermo totale delle attività sportive, in seguito ai provvedimenti governativi di contrasto al coronavirus, Roberto Arcari Farinetti, presidente della Associazione Italiana Arbitri della sezione di Varese, racconta come sta vivendo la classe arbitrale le contingenze del momento.

Come state affrontando questo periodo di blocco dei campionati calcistici?
“La gestione a singhiozzo è stata problematica dal punto di vista delle informazioni interne, poi, purtroppo, con il consolidarsi della situazione siamo riusciti a dare una prospettiva meno incerta nei confronti dell’attività ai nostri tesserati”.

Dal punto di vista della preparazione tecnica e atletica dei vostri arbitri come vi state muovendo?
“Il polo sezionale di Calcinate degli Orrigoni a Varese è chiuso, quindi le lezioni tecniche e atletiche di gruppo sono ferme. Ai ragazzi sono stati forniti dei programmi atletici individuali, mentre per la parte tecnica ci saranno dei video quiz da svolgere al fine di mantenere una certa continuità, pur nelle difficoltà del momento”.

Come vede l’eventuale ripresa della stagione?
“Noi, come al solito, daremo la massima disponibilità. Certo che nel caso dovessimo riprendere, cosa che tutti ci auguriamo, sarà una situazione molto difficile da gestire dovendo prevedere inevitabilmente tanti incontri infrasettimanali. In questo momento faccio fatica a guardare oltre il presente, navighiamo a vista”.

Come ha cambiato la sua quotidianità?
“In questo momento dobbiamo essere consapevoli più che mai che siamo responsabili verso noi stessi e verso gli altri. Per quanto riguarda me e la mia famiglia ci siamo adeguati a tutte le raccomandazioni presenti nei provvedimenti governativi riguardanti la socialità e le attenzioni igieniche. Vista la situazione, potenzialmente pericolosa, ho anche deciso di chiudere la mia attività lavorativa”.

Proviamo a tornare a questioni sportive: come valuta la vostra stagione?
“Il nostro è un bilancio in chiaroscuro, con il corso arbitri di quest’anno abbiamo formato 13 nuovi direttori di gara, tutti giovani, con un’età compresa tra i 15 e 18 anni, fascia anagrafica giusta per iniziare un percorso di crescita graduale. A questa, che è senz’altro una buona notizia, si affiancano, per svariati motivi, un numero importante di abbandoni. Nel totale sia a livello sezionale sia a regionale il numero di arbitri è calato e questo dato si scontra con l’elevato numero di partite che si disputano in Lombardia. Avevamo pronto il secondo corso arbitri, ma data la situazione attuale lo abbiamo fatto slittare alla prossima stagione”.

Chiudiamo con un augurio per il futuro.
“Credo fortemente nei valori dello sport, di tutti gli sport. L’augurio che voglio fare al calcio, ma in generale a tutto lo sport, è di mettere sempre al centro l’aspetto sportivo, il gioco nello specifico, facendo un passo in avanti dal punto di vista culturale che permetta di vedere e valutare l’arbitro per quello che è, semplicemente un atleta tra atleti”.

Marco Gasparotto