‘Basta Poco’… basta volerlo! E’ un po’ la filosofia con cui affronta ogni cammino Ernesto Sommaruga, è un po’ la filosofia con cui si è cimentato nello scrivere il suo libro: ‘Basta Poco’.
“Ho sempre avuto la buona abitudine di scrivere degli appunti in ogni mio cammino. Quelli bravi direbbero un diario, io mi limito a dire appunti perché in realtà sono dei ricordi immediati buttati giù di getto, ma senza una vera logica e programmazione. Il mio divertimento, a distanza di tempo, era quello di rileggerli per rivivere i cammini. Ne parlavo con le persone a me care che avevo intorno e così un giorno è nata l’idea: perché non racchiuderli tutti in un libro?”.
Detto, fatto, è nato ‘Basta Poco’.
“Si, anche se in realtà non è stato proprio così semplice e immediato come la fai sembrare tu. Ho iniziato a trascrivere tutti gli appunti, li ho messi insieme completandoli con particolari che mi tornavano in mente perché mentalmente ripercorrevo l’avventura. Ci sono stati momenti di entusiasmo ed altri di riflessione del tipo: chi te lo fa fare? Più andavo avanti e più ci prendevo gusto, ora sono pienamente soddisfatto”.   

Classe 1951 Ernesto Sommaruga ha fatto per una vita il rappresentante, il commerciale si direbbe oggi, e di strada, prima di farla camminando, ne ha fatta tanta in macchina tra un cliente e l’altro. Un discreto passato come calciatore “ho giocato nel campionato De Martino con la maglia del Varese Calcio negli anni ’60, gli anni di Borghi con i biancorossi in Serie A. Poi mi sono divertito a giocare per diverse stagioni nei campionati dilettanti”, appese le scarpe al chiodo ha iniziato ad allenare. “Ho avuto la fortuna di allenare prime squadre e formazioni giovanili. Allenare i ragazzi mi da molta più soddisfazione perché i giovani ti fanno sentire parte della loro crescita e questo è molto bello”.

Come hai iniziato con i cammini?
“All’inizio era più una prova fisica e sportiva, nel tempo è diventata anche spirituale e di introspezione. E’ stato un percorso anche l’evolversi di come affrontare i cammini. I primi li organizzavo in ogni minimo dettaglio, ora parto e vado… dove mi portano le gambe. Ci sono un inizio e una fine programmati, tutto quello che sta in mezzo viene da se. Ti confesso che col tempo ho imparato ad apprezzare proprio tutto quello che mi accade, che mi circonda e che non era previsto ne prevedibile. Ogni momento può essere un ‘attimo fuggente’ e io lo vivo a pieno”.
Il tuo primo cammino?
“Ovviamente un classico: il cammino di Santiago più di vent’anni fa. Ne avevo sentito parlare diverse volte e mia cugina Simonetta, che è antropologa e che ha scritto la prefazione del libro, mi ha spinto a intraprendere il mio primo viaggio. Non ho più smesso da allora”.
Come scegli i tuoi cammini?
“In alcuni casi l’ispirazione arriva leggendo un racconto o vedendo dei video che mi invitano ad affrontarli, in altri casi sono frutto di una mia creazione. Decido da dove partire e dove voglio arrivare e poi, come ti ho detto prima, inizio a camminare. Ne faccio un paio ogni anno e il prossimo è in programma prima della fine di aprile: il Cammino degli Dei da Bologna a Firenze”.
Il più lungo che hai affrontato?
“Sono partito da Varese e sono arrivato fino in Puglia. Circa 1300 chilometri percorsi in una cinquantina di giorni e un sacco di esperienze che…” non ci racconti perché i nostri lettori devono farlo direttamente dal tuo libro.

Cammini sempre da solo, anche se poi in realtà i compagni di viaggio occasionali sono sempre tanti e diversi, cosa ti lasciano i tuoi viaggi?
“Ormai sono alla base della mia esistenza. Ogni esperienza è una ricarica, ogni esperienza è una scuola di vita. Il cammino serve a conoscersi meglio, a rendersi conto dei propri limiti, a giocarci e a cercare di superarli. Penso che il mio libro sia un po’ una metafora della vita e quello che più mi sta insegnando nel rileggerlo è che sulle spalle ci mettiamo troppe cose inutili. Ti faccio un esempio: una volta nello zaino mettevo tre maglie e poi una la riportavo a casa pulita. Ne bastano da portare due sulle spalle, alleggeritevi del superfluo, vivrete meglio”.
Dedicato a Nicolò e Perla, i nipoti di Ernesto, giovedì 20 aprile alle ore 21 nella sala Montanari di Via dei Bersaglieri a Varese si racconteranno i cammini di… Basta Poco. Vi aspettiamo.

Michele Marocco

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