Non è andata proprio come ci si aspettava l’ultimo Campionato Italiano Juniores di Livorno a cui ha partecipato la Busto Nuoto Sincronizzato. Una manifestazione fortemente condizionata dalle novità imposte dal nuovo regolamento che stanno cambiando e non poco lo svolgimento delle gare.

La società bustocca ha lasciato la Toscana conquistando un secondo posto nell’Acrobatic Routine, un settimo nel Libero di Squadra ed un nono posto nella classifica di società.

Risultati che, dopo il successo nei Nazionali di Riccione, va contestualizzato e spiegato e per farlo abbiamo intervistato la Dirigente della società bustocca, Paola Alesini.

Paola, innanzitutto, perché questo è stato un campionato davvero particolare?
“Ho fatto l’allenatrice 30 anni e diciamo che qualcosa di Sincro ne capisco. Il problema di fondo io penso consista in questo regolamento che a mio modo di vedere ha delle pecche strutturali davvero importanti. E’ una novità che andava fatta ma che, come tutte le cose nuove che vengono testate, ha poi bisogno di normali aggiustamenti. Il valore dell’esercizio è talmente incidente sul risultato finale che tutti cercano di mettere difficoltà sempre maggiori e più alte e questo finisce per omologare tutti gli esercizi che sono davvero molto difficili da valutare e che ad ogni imprecisione, seppur minima, portano a prendere questi basemark pesantissimi che poi fanno perdere punti durante l’esercizio. La gara fondamentalmente è arrivata ormai al livello del “chi prende meno baskemark”. Gli esercizi stanno perdendo molto la parte artistica e sta diventando tutto molto uguale. Alla fine degli esercizi ho guardato la classifica e ho visto come tante valutazioni, dal mio punto di vista, fossero molto sbagliate, perché è vero che si valuta la gara del momento, però insomma certi valori sono chiari. Questa cosa è avvenuta in tutte e 4 le gare, evidentissimo nei singoli e nei doppi, nelle squadre e nell’acrobatico un pò meno”.

Ecco andiamo sull’acrobatico che vi ha visto conquistare la medaglia d’argento…
“Stefania ha costruito un esercizio meraviglioso, ricevendo i complimenti da parte di tante altre società come ad esempio Savona che è la nostra storica “rivale”, e fa specie pensare come abbiamo rischiato di non arrivare in finale perché in eliminatoria abbiamo fatto due errori in due spinte. Gli errori ci stanno e sono accettati, è però il metodo di valutazione che va rivisto”.

A livello di Squadra invece?
“Abbiamo fatto un ‘eliminatoria nuotando bene ma con il freno a mano un pò tirato secondo me, ma comunque abbiamo concluso al primo posto con un distacco consistente sulla seconda, quindi eravamo tutto sommato tranquille. In finale poi, a parte una spinta dubbia che non rientrava in un’angolatura corretta e che ci ha fatto prendere un basemark, ne abbiamo presi altri tre che io con altri 4 allenatori non abbiamo assolutamente visto. C’è stato diciamo forse un pò di accanimento, prendendo così tre basemark su 3 pezzi di gambe differenti che ci son costati 20 punti in meno e la gara è finita. Nonostante questo devo dire che le ragazze hanno nuotato bene, come ha poi detto loro Stefania ed è questa la cosa che ci lascia più amaro in bocca, perchè un conto è nuotare male e non raggiungere certi risultati, un altro è fare bene e vedersi in queste posizioni finali. E’ un’assurdità pensare che con, ad esempio, 7 errori uguali ma in 7 parti di gambe differenti prendi 7 basemark, se invece ne fai 7 nello stesso pezzo di gambe ne prendi solo 1. Questa cosa è troppo penalizzante”.

Se dovesse dare una valutazione generale?
“In generale hanno fatto tutte bene le ragazze, anche nei singoli e nei doppi, tolto qualche errore che avremmo potuto evitare, Basti però pensare che il doppio della Nazionale Juniores, composto da due atlete della Rari Nantes Savona, non è entrato in finale. Facciamoci due domande su come due atlete che rappresentano l’Italia, due atlete bellissime e bravissime, non siano entrate in finale ai campionati italiani, nonostante qualche errore ci sia stato ma non fino a questo punto”.

Quali sono le prospettive future su questo regolamento?
“Già in vista delle Olimpiadi di Parigi qualcosa cambierà. Intanto è già stato introdotta la regola che non si possa fare più di un certo numero di movimenti uguali nello stesso pezzo, sembra si vada verso la modifica anche dei tempi di apnea, perché l’altro problema è che le atlete non respirano più, stanno molto più tempo sott’acqua per poi prendere la difficoltà maggiore e questo diventa anche un problema di salute. Sono aumentati tantissimo gli infortuni anche a livello di ernie perché le rotazioni a livello di colonna vertebrale mettono a dura prova il fisico di queste atlete ed anche in tal senso penso si andrà ad intervenire. Insomma, qualche aggiustamento sicuramente da fare c’è ma la Federazione si sta già attivando e speriamo vengano introdotte novità a breve”.

Alessandro Burin

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