È l’habitué del nostro Pallone d’Oro, a cui si presenta per la terza stagione consecutiva, sempre con la maglia della Solbiatese. Dopo i dieci gol in campionato della scorsa annata, culminata nella vittoria del nostro premio, Dennis Scapinello ha riconfermato e superato quei numeri, aggiudicandosi il titolo di miglior marcatore della sua squadra, nonostante un infortunio che l’ha tenuto lontano dai campi per un paio di mesi. In attesa di giocare la finale di Coppa Italia Nazionale che potrebbe consegnare alla squadra un biglietto diretto per la Serie D, l’attaccante classe 1995, con la fascia di capitano al braccio, incarna ormai l’anima di un club che attorno a lui sta scrivendo pagine importanti di storia nerazzurra.

Dennis, com’è andata la stagione?
“È stata una stagione a due facce. Per quanto riguarda la Coppa Italia, abbiamo raggiunto un traguardo storico per la società e anche per tutti noi, perché andremo a giocarci una finale nazionale a Firenze, che non è una cosa che succede tutti gli anni. In campionato, invece, abbiamo un po’ di rimpianti per quel sesto posto che ci ha escluso dai playoff. Col senno di poi abbiamo sbagliato qualche partita, ma dopo tutto la Coppa ci ha tolto energie. Dal punto di vista personale, in questa stagione ho avuto qualche problema fisico e sono stato fermo per l’operazione, ma tutto sommato non posso lamentarmi perché ho fatto diciassette gol e undici assist, sperando di chiudere con qualcosa in più”.

A chi daresti il Pallone d’Oro?
“Bella domanda… Giangaspero è un giocatore che non avevo mai visto e mi ha davvero impressionato, oltre al fatto che ha superato i venti gol. Gabrielli lo conosco molto bene, ha vinto il campionato e ha fatto anche un po’ di gol. Cazzaniga si è confermato un esterno che può fare la differenza. Pedrocchi con queste categorie c’entra ben poco e personalmente mi piace vederlo giocare. Difficile sceglierne solo uno, ma per qualità direi proprio Pedrocchi”.

Qual è stata la tua miglior partita?
“Col Saronno all’andata, perché ho fatto doppietta ed era stata una partita tosta di inizio campionato. A livello di gratificazione personale, dico anche la trasferta di Coppa con l’Atletico BMG, anche in quel caso con una doppietta”.

Chi è il tuo idolo?
“Ci sono tanti giocatori a cui mi ispiro, più che altro trequartisti brevilinei che giocano palla a terra. Attualmente, forse, quello che più mi piace è Dybala”.

In caso di vittoria, a chi dedicheresti questo premio?
“Non sarebbe male fare doppietta (ride, ndr). In tal caso, lo dedicherei in primis alla mia famiglia e alla mia ragazza, poi ovviamente alla squadra, perché a calcio si gioca in undici e senza di loro giustamente non avrei potuto fare nulla, e a tutta la società Solbiatese, visto che ormai è il mio quarto anno qui e stiamo facendo qualcosa di importante”.

Silvia Alabardi

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