E’ ancora venerdì. Ma sembra già sabato. Se non altro perché per via del primo maggio, il liturgico scambio di battute (via WhatsApp) con Ivan Javorcic subisce un anticipo di 24 ore. Dando così solo l’illusione ottica dell’avvicinamento della 38^ con l’Alessandria (domenica ore 17.30, stadio “Moccagatta”). Epilogo di stagione regolare a cui la Pro Patria chiede fiducia e (possibilmente) 3 punti utili a rendere plausibile la scalata alla quinta posizione occupata dal Lecco. Vincere però non basterebbe. Se facessero altrettanto i blucelesti con l’AlbinoLeffe. Dipendenza che lo spalatino declina come nota a margine di una stagione già ora memorabile: “E’ stato un grandissimo campionato. Vogliamo finirlo al meglio. C’è questa possibilità di migliorare la nostra posizione e cercheremo di farlo. Troviamo di fronte un avversario che ha fatto un percorso eccellente. Una squadra, per organico, tra le prime 5/6 di tutta la C. Sarà un compito molto difficile. Ma non impossibile. Cercheremo di essere più competitivi possibile e di prepararci ai playoff”.

Assenze a nastro. Per i biancoblu 8 (Ghioldi, Lombardoni, Parker, Bertoni, Galli, Colombo, Fietta e lo squalificato Brignoli). Circostanza che porterà alla convocazione dei prodotti locali Di Lernia, Piran e Pisan. Per i piemontesi 5 (cioè i covidizzati Casarini, Parodi, Crisanto, Eusepi e Frediani). Per Ivan Drago, il peso non è necessariamente lo stesso: “Dato di fatto importante. Non so quanto per l’Alessandria. Certamente lo è per il nostro contesto. Sul piano tecnico, tattico, emotivo, di leadership”. Contro il Livorno, la necessità ha aguzzato l’ingegno. Come nel caso di Masetti mezzala. Eccezione o possibile regola futura? “Per qualità tecniche, tattiche e anche fisiche potrebbe fare questo tipo di percorso. Anche se nel nostro caso è stata una soluzione di emergenza”. Sempre in ambito di singoli, focus sulla recente fregola di Kolaj: “Il calcio è un gioco di inganno. Non si può fare a meno dell’imprevedibile di individualità come la sua”.

Breve divagazione (ma fino ad un certo punto). Nel post PSG – City, Pep Guardiola ha svelato il suo modo di approcciare una partita (“Se devo affrontare in F.A. Cup una squadra di League Two, con i miei in spogliatoio parlo dell’avversario. Se devo affrontare una grande partita di Champions League parlo di noi stessi”). Dal suo punto di vista, il tecnico tigrotto preferisce non fare particolari differenze: “Dipende dal percorso di ogni squadra. Ogni allenatore parte sempre da quello. E sicuramente Guardiola ha fatto riferimento al suo. Per noi è fondamentale conoscere l’avversario e concentrarsi sulla nostra identità. Attraverso la consapevolezza. C’è bisogno di un po’ di tutto”.

Tra i tanti piccoli (grandi) record registrati dai bustocchi, quello di aver battuto in questi 3 anni di C tutte le future promosse al piano di sopra. Il Pisa, l’Entella (due volte), il Monza in Coppa Italia e quest’anno il Como. Quale impresa da mandare ai posteri? Javorcic non fa figli e figliastri: “Sono state tutte partite speciali. In cui siamo riusciti a fare prove perfette. Visto che è successo tutti gli anni, significa che abbiamo le caratteristiche giuste”. Insomma, se l’Alessandria vuole continuare a coltivare velleità di cadetteria, domenica sa come comportarsi. Si celia eh (non il Raffaele esterno dei grigi). Non sia mai.      

Giovanni Castiglioni    

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