A Cimberio ormai ultimata, abbiamo incontrato il Presidente Vescovi per analizzare il buon mercato biancorosso e fare due riflessioni sulla composizione della Pallacanestro Varese 2012-13.
Cecco, un mercato veramente sopra le righe per Varese.
“Abbiamo fatto bene, ma come sempre tengo un po’ a calmare gli animi. Purtroppo, o per fortuna, nello sport le risposte arrivano solo dal campo. Sulla carta si può anche essere i più forti del mondo, ma è soltanto quando si scende in campo che arriva il momento della verità. Abbiamo costruito un buon gruppo, o meglio, delle buone individualità che dovranno divenire un gruppo. Il basket è uno sport di squadra e anche negli ultimi anni il nostro marchio di fabbrica è stato l’unità del gruppo che ha lavorato d’assieme per andare alla ricerca del risultato. Poi sarà importante il lavoro in palestra: solo così potremo centrare dei buoni risultati. Ci fa piacere l’entusiasmo dei tifosi per la squadra che abbiamo messo in piedi, però c’è ancora tantissimo lavoro da fare”.
Condensando in una parola la costruzione di questa Varese, quale useresti?
“E’ stata costruita con grande impegno da parte nostra, da parte di Vitucci e di Giofrè. E’ un lavoro che parte da lontano. Esattamente, quando quest’inverno Giofrè ha svolto un lavoro di screening dei giocatori potenzialmente interessanti con molta precisione. Ha creato dei profili dei vari giocatori scoutizzati che è tornato utile quest’estate quando abbiamo anche unito le singole valutazioni personali di ogni giocatore. Da qui siamo partiti con un’evoluzione: ci ha portato a degli obiettivi che siamo riusciti a portare a casa con una serie di atti in sequenza”.
Banks sembra avere le carte per essere il cecchino che mancava a Varese.
“E’ un giocatore che speriamo continui a produrre come ha fatto finora nella sua carriera-: ha punti nelle mani, atletismo, sa crearsi il tiro dal nulla. Però, preciso che non è un mangiapalloni perchè l’idea della squadra è quello di avere giocatori che sappiano coinvolgersi all’interno del sistema cercando di sfruttare le diverse qualità di ognuno. Lui ci è sembrato il soggetto ideale. Rispetto agli anni passati abbiamo sfruttato le difficoltà delle altre squadre: il fatto di esser già partiti due anni fa col consorzio ci ha dato qualche agevolazione, questo è vero, rispetto ad altri. Certo, la crisi c’è per tutti e anche noi abbiamo ridotto il budget rispetto all’anno scorso. Varese non è un’isola felice del nostro basket: forse è più adeguato dire che è meno infelice di altre piazze. A Varese si cerca di far le cose pensando prima alla società e al suo bene. Poi, chiaramente si pensa anche di fare il meglio possibile per quanto riguarda il livello tecnico. Quest’anno abbiamo sfruttato tutta una serie di situazioni per cui ci sono riuscite determinate mosse che in passato sarebbe stato difficile fare”.
E’ una Cimberio a forte matrice straniera.
“Gli italiani quest’anno sono giovani e, speriamo, di grande avvenire. Due ragazzi cui noi vogliamo dare un ruolo importante in squadra, ma siamo stati molto chiari. Non vogliamo più sentire parlare di minuti, di perchè non gioco o gioco poco. I minuti si devono conquistare col lavoro durante la settimana. Se i minuti non ci sono alla domenica, ce lo si deve chiedere alla sera al ritorno a casa”.
Matteo Gallo