Erano in tanti, anzi in tantissimi ieri in piazza Monte Grappa a Varese. A salutare la Cimberio, che ha terminato una stagione straordinaria in semifinale, si sono presentati in migliaia, tutti per portare il loro “grazie” a questo gruppo capace di far rinascere un entusiasmo cestistico che la città non respirava da tempo.
Sara e Andrea di 12 e 7 anni si sono “divertiti tantissimo quest’anno al palazzetto – dicono in coro -. Peccato che alla fine sia andata male, ma è stato bello lo stesso.  In ogni partita la gioia è stata immensa”.
Dello stesso parere il trio di amici composto da Mario, Andrea e Giovanni. “E’ stato un divertimento unico. Abbiamo provato emozioni forti e anche un forte dolore. Non meritavamo di uscire contro Siena, ma abbiamo comunque compiuto qualcosa di unico”.

Per Marco “è stata una stagione fantastica rispetto agli ultimi anni. Siamo contenti così anche perché è servita a riavvicinare molta gente al basket. Tutta la squadra è stata straordinaria, Dunston ci ha fatto sognare ad ogni partita”.

Roberto ha “un filo di dispiacere. E’ stata una stagione incredibile, fantastica, quasi difficile da descrivere. Ed è stata anche inaspettata. Con Dunston in gara-7 sarebbe stata tutta un’altra musica. Una stagione del genere ha ripagato la fiducia di quei tifosi che hanno seguito la squadra negli ultimi anni difficili. Un plauso va anche ai tifosi storici, senza nulla togliere a quelli dell’ultima ora”. Il futuro è roseo: “Se ripartiremo da Vitucci e Green sarà un’altra grande stagione anche la prossima”.

Elisa, abbracciata a suo figlio che gioca a pallacanestro e sogna di diventare un campione esattamente come i suoi beniamini, si è “emozionata soprattutto ai playoff. A inizio stagione non me lo sarei mai aspettato, speriamo di continuare così. E’ importante che ci sia questo entusiasmo”.

Anche per Giulio “è stata un’annata fantastica. Andare al palazzetto non serve solo a godersi il basket, ma anche gli amici con i quali condividere grandi emozioni. E’ stato un mix di grande felicità , ma anche tristezza. Sono uscite le lacrime, ma solo perché c’era la consapevolezza che la squadra sarebbe potuta arrivare alla fine”.

Elisa Cascioli