Marco Bof Barcellona “Un’esperienza che mi ha cambiato la vita”, così il varesino Marco Bof, ex segretario del Settore Giovanile del Varese e fresco del corso Figc di Collaboratore della gestione sportiva, ha commentato i dieci giorni di stage passati al Barcellona, un club più unico che raro per mentalità, organizzazione e strutture. “Ringrazio l’amico di famiglia Moreno Cangiotti che mi ha messo in contatto con Isaac Guerrero, coordinatore dell’attività di base della squadra catalana. Dopo alcuni anni di lavoro al Varese, il mio desiderio era quello di vedere da vicino una realtà europea. Mai avrei pensato di poter avere la possibilità di andare al Barca, e invece sono riuscito a realizzare il mio sogno. Era un’occasione unica e per fortuna è capitata a me. Ringrazio anche Sean Sogliano (ex ds del Varese e attuale direttore del Verona, ndr) che mi ha dato un aiuto prezioso mettendomi in contatto con la prima squadra e con l’agente di Messi”.

Bof ha visto da vicino la realtà del Settore Giovanile che “è divisa in due – spiega -. Da un lato c’è la Città Sportiva, fuori da Barcellona, che comprende le squadre agonistiche. A fianco al Campo Nou c’è invece la Scuola Calcio, una realtà a sé, in cui bambini e ragazzi giocano tra di loro all’interno del centro sportivo e c’è molta competizione perché puntano ad entrare a far parte del settore agonistico. Ci sono sei squadre di bambini di 6 anni, 8 di bambini di 8 aani e 12 squadre di ragazzini di 12 anni. Tutti giocano con il 4-3-3 e i principi sono: possesso palla, riconquista immediata del pallone e ricerca del terzo uomo. La società fa due selezioni all’anno vedendo un migliaio di bambini. Parte dal piccolo raggio, puntando sui bambini vicini alla città, poi lo espande andando a pescare a livello nazionale e in tutto il mondo. Nel centro sportivo c’è anche il convitto in cui ci sono 50 calciatori, 10 cestiti, 20 hockeysti e anche giocatori di pallamano e di calcetto. Anche nella struttura si respira la mentalità “Barca”. La società infatti forma calciatori dentro e fuori dal campo”.

Marco Bof Barcellona  Le due più grandi differenze con l’Italia risultano essere le strutture e le formule dei campionati: “Sia il Barcellona B, che le squadre del Settore Giovanile partecipano a campionati che sono competitivi perché si può retrocedere o si può passare ad una categoria superiore. Quindi non è come la nostra Primavera che mantiene la categoria anche se arriva ultima. Anche squadre che sono di categorie inferiori possono partecipare ai massimi campionati a livello di Settore Giovanile. Nel Barcellona i tesseramenti sono tutti biennali e c’è per tutti un contratto di 18mila euro annuali. Le strutture? I campi sono tutti sintetici e tutte le squadre, anche quelle di categorie più basse, hanno stadi veri. E non si tratta di strutture private, ma di investimenti pubblici. L’Espanyol ad esempio ha due campi in erba e quattro sintetici e farebbe invidia a tante squadre di Serie A”.

Quella di Bof non è stata una visita fine a se stessa: “Isaac Guerrero ed Edgar Alturo sono stati disponibilissimi. Mi hanno spiegato tutto e ho fatto esperienza sia in campo che negli uffici. Andrò al Barcellona periodicamente e c’è la concreta possibilità di costruire qualcosa, come organizzare camp estivi in Italia. Il progetto è questo, lo porterò avanti”.

Elisa Cascioli