L’addio di Roberto Prini alla Valceresio è stato quasi un fulmine a ciel sereno, ma la dirigenza biancoverde non si è certo fatta trovare impreparata e ha subito annunciato il successore sfruttando una soluzione interna, la migliore possibile, che risponde al nome di Fabio Cardelli.

Il nuovo Responsabile del Settore Giovanile, che aveva iniziato la stagione come dirigente accompagnatore dei ’05, ha accettato con entusiasmo (e un filo di comprensibile emozione) al nuovo incarico. “Sono ancora abbastanza frastornato – ci racconta Cardelli – ma davvero contento di cominciare questa nuova avventura: come prima cosa ho cercato di calarmi nella parte per capire appieno le dinamiche societarie e le esigenze per la prossima stagione; giorno dopo giorno sto trovando sempre più confidenza”.

Ti aspettavi di ricevere questo incarico?
“Sinceramente no. Già da tempo stavo cercando di collaborare in maniera sempre più consistente con la società, ma non mi aspettavo la chiamata del vicepresidente Cantelmo dopo l’addio di Roberto. Cantelmo ha sempre sottolineato l’importanza di questo ruolo e ha pensato che io, per caratteristiche umane e per la mia professione da mediatore, potessi essere l’uomo giusto nel raccogliere l’eredità di Prini. Ci ho riflettuto tanto, più che altro per capire cosa avrei potuto dare a questa società, e alla fine ho accettato perché credo nella Valceresio: è un ambiente che può crescere sotto tutti i punti di vista lavorando sulle persone e investendo sui ragazzi, che sono a tutti gli effetti il nostro motore”.

Prendi il posto di un “mostro sacro” della Valceresio che è stato in biancoverde per undici anni; come ti senti a raccogliere la sua eredità?
“Roberto ha costruito un castello di successi con risultati concreti, dall’acquisizione delle categorie regionali ai rapporti con società esterne; da questo punto di vista non mi sento assolutamente il suo successore anche perché solo provare a ripetere ciò che ha fatto lui è pura utopia. Io voglio svolgere questo ruolo alla Fabio Cardelli, mettendo le mie caratteristiche al servizio della società e dando il mio contributo in base a quelle che sono le mie qualità nella gestione dei rapporti con ragazzi, genitori e altre squadre. Mi sento un novizio e so che la strada da fare è tanta, ma sono fiducioso anche perché in Valceresio sono rimaste tante persone valide ed esperte che mi daranno tutto il supporto di cui ho bisogno”.

Cosa vuol dire per te far parte della Valceresio?
“Significa far parte di una grande famiglia. Ci sono davvero tante persone per bene, mature e corrette, che sanno come guidare i meno esperti. Parliamo di una società che, per l’appunto, mette al primo posto le persone e accoglie chiunque con il massimo coinvolgimento perché ciò che conta è la crescita personale e collettiva attraverso il lavoro quotidiano”.

Nonostante la pandemia, la Valceresio resta una delle realtà più solide all’interno del panorama varesino; quanto è stato difficile superare questi mesi e quanta soddisfazione c’è stata nel superarli brillantemente?
“Il grosso sacrificio da parte nostra, e soprattutto dei ragazzi, è stato psicologico perché si percepiva quasi un senso di impotenza nel non poter far nulla. La nostra forza è stata l’entusiasmo e l’umiltà con cui ci siamo approcciati alla ripartenza perché tutti premevano per ritornare a lavorare bene e tanto; con un ambiente del genere tutto diventa più facile e non vedo l’ora di ripartire a pieno regime”.

Il settore giovanile è cresciuto molto nel corso degli anni; quanto è importante avere un vivaio così efficiente?
“Ciò che sta facendo la Valceresio consiste nell’assorbire dalla valle tutte le risorse calcistiche e umane che offre il territorio, creando una vetrina che può servire a chiunque: ai ragazzi, a noi e alle squadre più blasonate. Non a caso molti nostri calciatori sono cresciuti davvero tanto e sono così potuti approdare in realtà con potenzialità maggiori dove continuare il loro percorso. La nostra ambizione è migliorare sempre più per avvicinarci ai mostri sacri della zona, come ad esempio la Varesina, ma soprattutto far crescere i ragazzi per il loro bene personale”.

Quanto è importante il rapporto e la trasparenza con i genitori dei bambini e dei ragazzi?
“È fondamentale fare in modo che i genitori non abbiano mai dubbi sulle motivazioni per cui un ragazzo compie un determinato percorso. Fare quadrato intorno alla squadra permette di crescere in un ambiente sereno e, come direttore sportivo, sarà mio compito far sì che ciò accada”.

Questo è il momento in cui si inizia a strutturare ogni aspetto per la prossima stagione; come ti stai muovendo?
“Stiamo lavorando per definire prima di tutto la rosa dei mister dell’agonistica, in attesa di capire cosa succederà con la categoria degli U18 e, di conseguenza, quante squadre avremo sul campo. Come prima cosa bisogna far entrare in contatto tutti gli allenatori con i rispettivi gruppi: vogliamo già farlo entro il termine di questa stagione per consentir loro di iniziare a lavorare sui ragazzi in modo da definire con precisione tutte le rose per settembre. Il nostro è un progetto che parte dalla base, da uno staff tecnico efficiente e da un gruppo consolidato di ragazzi a cui si aggiungeranno altri elementi provenienti da altre società. Ci stiamo muovendo con i tempi giusti e abbiamo le idee chiare. Camp estivo? È una priorità che sta seguendo Silvano Zanovello; rappresenta un messaggio assolutamente positivo per i ragazzi perché dimostra che noi ci siamo. Silvano è una garanzia della Valceresio e fa parte di quelle persone che mi aiuteranno a rafforzarmi nel nuovo ruolo”.

Quali sono i tuo progetti principali?
“In questo momento voglio solo creare certezze per la nuova stagione: certezze per i giocatori, per i genitori e per tutti noi in modo da arrivare preparati a fine agosto e a inizio settembre. Voglio poi creare un progetto che porti in primis la Valceresio a mantenere le categorie acquisite e, in particolar modo, a lavorare tanto sulle annate più in difficoltà. A tal proposito voglio spendere due parole sui 2006 (nella foto a destra) perché hanno avuto tanti problemi ma non devono mai perdere l’entusiasmo; diventeranno la nostra forza. A questo voglio poi rinforzare i rapporti con le altre società, per farmi e farci conoscere, in modo da realizzare il mio piccolo sogno di portare la Valceresio fuori dalla provincia per metterla a confronto con contesti esterni e più lontani”.

A livello di strutture?
“Massimizzeremo Brenno come struttura di allenamento cercando di incastrare tutte le squadre, mentre il “Peppino Prisco” di Arcisate dovrà essere il nostro “Maracanã” per cui chi arriva deve sentirsi intimorito dai nostri ragazzi. C’è tanto entusiasmo e tanta voglia di lasciarsi alle spalle la pandemia, senza però dimenticare le restrizioni e i controlli: attueremo tutti i protocolli del caso e lavoreremo sempre per garantire la totale sicurezza dei nostri ragazzi”.

Qual è quindi il messaggio che vuoi lanciare?
“Crescere a livello di certezze e consolidando quanto fatto in questi anni introducendo ancor più motivazioni. Voglio far crescere la Valceresio come società e creare un senso di appartenenza sempre più forte perché è la carta migliore per vincere anche sul campo. Alla società invece dico di credere in me e in sé stessa, ma soprattutto di insistere su questa strada perché i successi arriveranno”.

Matteo Carraro

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