Una presentazione atipica quella per il nuovo play della Pallacanestro Varese Giovanni De Nicolao. Il giovane di Camposampiero è stato presentato infatti non con la tradizionale conferenza al palazzetto di Masnago, bensì tramite una videochiamata sulla piattaforma ZOOM, in pieno stile smart che ricalca le abitudini lavorative di tante persone in questo tempo di pandemia.
Collegato anche il direttore sportivo biancorosso Mario Oioli che presenta così il giocatore: ”Giovanni è stato ingaggiato come playmaker per la prossima stagione. Proviene dal feudo dei De Nicolao, portando avanti una carriera molto interessante. Il trasferimento negli USA, con 100 partite giocate lo ha fatto crescere. Dopo questa esperienza è tornato in Italia con Agrigento in Lega A2, una stagione nella quale ha fatto ottime prestazioni e che ci hanno convinto a portarlo da noi. Negli ultimi 4 anni ha fatto registrare una media di più di 3.5 assist a partita, un dato molto importante”.

Grande felicità per il play azzurro, espressa nelle sue prime frasi di rito: ”Sono felice di far parte di Varese, una realtà che ho sempre ammirato.”
Ti aspettavi una chiamata dallA1 e qual è il tuo rapporto con Ruzzier? “Il mio percorso mentale era questo, andare in America, fare esperienza, laurearmi e tornare qui per salire sempre di più di livello, per fortuna tutto si è realizzato. Conosco Ruzzier tramite famiglia, da piccolo giocava contro mio fratello Andrea e per me è una grande occasione poter lavorare con lui. Mi può insegnare molto”.

Quanto è importante avere un riferimento come Andrea in famiglia? Cosa ti ha dato in più l’America e cosa rimpiangi di aver lasciato qui? “Mio fratello mi consiglia in molte cose, in buona parte mi ha aiutato a scegliere Varese, mi ha detto quanto si sia trovato bene qui. E’ stato importante sapere di trovare un posto organizzato. Per la mia esperienza è stato importantissimo Steve Anson, il mio coach che ha creduto subito e da sempre in me. Dell’America ho imparato molto l’etica del lavoro, soprattutto in estate, cosa che qui manca. Lì ho imparato un po’ di più quanto sia importante lavorare sui propri difetti. Ho assunto molta leadership e anche la responsabilità di prendere decisioni nei momenti importanti. Non ho molti rimpianti perché sono stato fortunato, magari mi manca un pizzico di esperienza”.
La difesa è un tuo punto forte, una caratteristica di famiglia richiesta da coach Caja, che ha allenato il tuo coach in America per un anno.. “E’ vero che in famiglia siamo buoni difensori. All’inizio in America non è stato facilissimo adattarmi anche per questo, perché aggressività e pressing ti portano a fare molti falli. Coach Anson mi ha parlato di coach Caja, ha detto che si è trovato bene e che ha imparato molto nella sua esperienza romana”.

Hai già incominciato a conoscere i tuoi compagni? “Ho già sentito un po’ tutti i compagni per messaggio o su Instagram. Devo ancora sentire Scola, che è meglio conoscere di persona. Ho provato a studiare le partite dell’anno scorso. Ho notato che il modo di difendere a Varese è molto simile a come giocavo ad Agrigento”.
Quali sono i tuoi obiettivi personali e di squadra per questa esperienza? “Migliorare ogni giorno e dimostrare quello che valgo. Personalmente voglio fare piccoli passi ogni anno per diventare un giocatore sempre migliore. Penso che possiamo fare un grande campionato come squadra, arrivando a giocarcela con tutti alla pari”.
Avrai un ruolo diverso qui che nelle ultime 4 stagioni, sei pronto per questo? “Dovrò ottimizzare di più i minuti nei quali gioco e limitare gli errori, che è una cosa che fa differenza in quello spazio di campo che andrò ad occupare”.
Tuo fratello è diventato beniamo del pubblico e poi è andato via. Tu pensi di restare di più? “Abbiamo iniziato un progetto su più anni. Diventare un beniamo in una città come Varese sarebbe bellissimo per me e sarebbe difficile staccarsi poi da questa città”.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui