Nella vittoria della Openjobmetis Varese contro Friburgo, Giovanni De Nicolao è stato una delle note lietissime di questa prima uscita stagionale dei biancorossi.
Il play veneto, uno dei pochi supersisti della squadra della scorsa stagione, ha dimostrato fin da subito la crescita continua che si era già vista in maniera netta lo scorso anno, intraprendendo quella strada da leader che sempre più sembra potergli appartenere, visto anche il numero scelto, il 10, insomma, mai banale.

Una presa di coscienza del proprio ruolo e della propria crescita che Giovanni fa sua in maniera chiara e dietro la quale non si nasconde, conscio di come questo può essere l’anno della sua consacrazione, grazie al duro lavoro che ogni giorno fa in palestra, sulle orme del fratello Andrea, punto di riferimento fisso in ogni azione di De Nick, così come lo chiamano i tifosi, che vedono in lui un nuovo idolo da poter acclamare.

De Nicolao nell’amichevole con Friburgo è parso in campo già molto pimpante a livello fisico, con tanta intensità in difesa nella prima pressione, che poi è manna per la corsa in transizione della squadra, oltre che abilissimo penetratore nella difesa avversaria schierata. Un’ottima condizione che può solo migliorare viste le sole due settimane di lavoro, che il play varesino, commenta così al termine del match, parlando anche del bellissimo clima che si respira in squadra: “Loro erano una squadra molto grossa, hanno fatto da subito una partita molto fisica. Noi siamo stati bravi a rispondere con le stesse armi. Abbiamo impostato subito una forte intensità difensiva che ci ha permesso di essere pericolosi anche in attacco. E’ un’amichevole, un allenamento e quindi uno stimolo per migliorare, l’abbiamo vista così e penso che abbiamo fatto bene. Vogliamo creare una forte identità di squadra, condividere la palla, attaccare il canestro da fuori ma anche con un buono spacing da fuori”.

Giovanni questa partita arrivava dopo due settimane di lavoro intense, che prima parte di preparazione è stata?
“Sono state due settimane di lavoro intense, abbiamo lavorato molto. Ogni giorno tutti hanno dato il massimo e questa fatica si sente nelle gambe. Penso però che oggi nonostante la stanchezza, per la maggior parte della partita abbiamo dimostrato di esserci e di star lavorando bene”.

Qual’è il compagno che ad oggi l’ha più impressionato tra i nuovi?
Alessandro Gentile. Non lo conoscevo personalmente, lui ha giocato tanti anni con mio fratello, io li seguivo nelle loro avventure e mi ha impressionato, mi sta impressionando, sia in campo che fuori come leader. E’ un bravissimo ragazzo, stimola il gruppo, crea un bel clima, ha sempre una buona parola e se gli chiedi un consiglio te lo da”.

Molti tifosi venendo ai primi allenamenti hanno parlato di un De Nicolao leader, carico, pronto, per lei questa può essere la stagione della consacrazione, come si sente ora?
Mi sento bene, è il secondo anno di Serie A e anche se ho fatto bene il primo anno devo dimostrare di poterci stare in questa categoria. Per questo ho lavorato tutta estate, allenandomi anche in vacanza e spero che si vedano i frutti di tutto ciò il prima possibile. Sono felice che i tifosi che sono venuti ai primi allenamenti siano felici e carichi nei miei confronti. Riguardo il discorso della leadership posso dire che in ogni squadra in cui ho giocato ho sempre cercato di assumere questo ruolo, di essere uno dei leader. Obiettivamente l’anno scorso era un po’ più difficile per me fare questo, essere leader anche vocale fuori e dentro il campo, essendo solo al primo anno di Serie A. Quest’anno posso prendermi un po’ più responsabilità“.

Cosa ne pensa di Adriano Vertemati come allenatore dopo le prime settimane di lavoro insieme?
Penso bene. Lo conoscevo già abbastanza perché aveva allenato mio fratello Andrea da vice allenatore di Fabio Corbani a Treviso tanti anni fa e poi con l’altro mio fratello aveva fatto un sacco di partite nelle giovanili, mentre io ci ho giocato contro due anni fa quando ero ad Agrigento, quindi un po’ lo conoscevo. Mi ha fatto subito una buonissima impressione al primo impatto, lo trovo un allenatore pronto, duro il giusto e per ora mi sta molto piacendo”.

E’ vero che questo è un gruppo già fortemente amalgamato?
“Si, siamo tutti dei bei personaggi. Siamo tutti a nostro modo particolari e stiamo riuscendo a trovarci bene insieme, questo grazie sia a Giancarlo Ferrero che ad Alessandro Gentile, che ci aiutano a creare una buona interazione tra italiani ed americani, quindi siamo un gruppo in cui si sta bene insieme e ci si diverte. Anche l’anno scorso avevamo un gruppo bellissimo, però forse il fatto di non poterci vivere così tanto anche fuori dal campo a causa del covid, ci ha un po’ più frenato nell’amalgama rispetto a quest’anno”.

Alessandro Burin

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