Se conoscessero non dico bene, ma solo un po’ meglio i nostri ragazzi, alcuni dei nostri improbabili politici smetterebbero immediatamente di usare termini come bamboccioni o, peggio,  schizzinosi. Se certi personaggi vedessero quotidianamente all’opera ventenni pieni di entusiasmo e passione come Polonara, De Nicolao, Bertoglio, probabilmente smetterebbero di pronunciare sciocchezze a titolo gratuito. Se, infine, giusto per fare un esempio, conoscessero solo un pochino la storia di Achille Polonara, cambierebbero certamente idea. Quella dell’ala di Varese è la storia bella, pura, semplice, senza fronzoli, di un ragazzo che a 15 anni dice ai genitori: “Ciao, ciao, vado a giocarmi il futuro” e, fatta la valigia, lascia Ancona, amici, affetti e si trasferisce a Teramo. Oddio, non un gran viaggio in termini di distanze – poco meno di 140 chilometri -, ma in realtà un’avventura senza orizzonti sicuri se ragioniamo in termini cestistici.
“A 15 anni ero uno dei migliori prospetti della mia zona e – dice in tono tranquillo Polonara -, alla mia società in Ancona erano arrivate tante richieste da società molto quotate e con eccellenti programmi a livello giovanile – vedi Siena, Virtus e Fortitudo Bologna, Pesaro solo per citarne alcune -, e anche da Roma e Teramo. Però, nessuna di quelle cosiddette importanti voleva accollarsi la spesa del parametro, così alla fine in gioco rimase solo Teramo che, dimostrando grande fiducia, fece il classico investimento sulla mia persona”.
Reazioni?
“Devo essere sincero: al momento l’idea di finire a Teramo non mi faceva vibrare di felicità e, credo sia comprensibile, rispetto a “nomi” come Siena, Bologna e compagnia, sembrava una destinazione con minor “appeal”. Invece, ciò che appare quasi sempre non è e non finirò mai di ringraziare dirigenti, allenatori, compagni, tifosi, amici che a Teramo sostenendomi, aiutandomi, incitandomi, mi sono stati vicini nel realizzare un lungo percorso. Bellissimo sotto il profilo tecnico, meraviglioso dal punto di vista umano. Teramo, insomma, è stata “la” tappa assolutamente perfetta per la mia crescita come giocatore e come uomo“.
Varese, oggi, cos’è?
“Per certi versi, nel “continuum” della vita, Varese rappresenta un ideale prolungamento del viaggio teramano col quale – sottolinea Achille -, ci sono diverse analogie. Varese, esattamente come Teramo, ha investito forte sul mio conto in termini economici proponendomi un contratto da 2 anni + 1 e tecnici riservandomi, sul parquet, un ruolo importante, da prospetto in crescita, da italiano sul quale riporre aspettative, speranze, ambizioni”.
Ambizioni: dopo lo stop di Roma, oggi ci sarà Montegranaro. Previsioni?
“Dopo la sconfitta subita nella capitale abbiamo solo voglia di ripartire. Per me, avendo ancora negli occhi gli esiziali errori che ho commesso in lunetta in un momento topico del match contro Roma, si offre subito un’occasione di rivincita. Poi, come se non bastasse, per uno di Ancona, cestisticamente schiacciato tra Pesaro e Montegranaro, si tratta pure di un derby sentito. Insomma: motivazioni “a nastro” per vincere e riaprire un’altra, lunga, serie vincente”.

Massimo Turconi