La prima parte di stagione si è conclusa ed è giunto il momento di tirare le somme e vedere se le prospettive di inizio campionato sono state rispettate o meno: l’Ispra, al suo esordio assoluto in Promozione, era partita per salvarsi e alla fine del girone di andata si trova a 3 punti sulla zona retrocessione. Per il difensore Andrea Zecchini, l’inizio è andato ben oltre le aperitive e un calo avuto a novembre non ha permesso ai ragazzi di Iori di vivere una sosta ancora più tranquilla. Il classe 2000 ha militato per 8 anni nel Varese, conquistando un trofeo Scirea che gli ha permesso di essere convocato nella nazionale U15: un’esperienza indelebile per il difensore. L’anno scorso Zecchini ha militato nella Solbiatese campionessa di Promozione e quest’ anno ha iniziato all’Ispra senza escludere la possibilità, in futuro, di provare a rigiocarsi l’Eccellenza proprio con i neroazzurri. 

Ora arriva la sosta che servirà per recuperare le energie perse durante un girone d’andata dispendioso e cominciare a preparare al meglio la seconda parte di stagione, con un solo obiettivo in testa: ottenere la salvezza.

Ripercorriamo insieme la tua carriera…
“Ho iniziato a 6 anni al Ceresium Bisustum. Alle medie sono andato al Varese e lì ci sono stato per 8 anni: dagli esordienti fino alla prima squadra. Dopo il Varese sono andato nella squadra U23 del Lugano e poi, dopo aver iniziato l’università, ho deciso di riavvicinarmi a casa, prima andando a giocare nell’Olimpia a Ponte Tresa e poi per due anni alla Solbiatese. A causa di alcuni problemi ho dovuto lasciare la squadra ed essendo anche estate inoltrata ho dovuto cercare subito un’altra sistemazione: sono così arrivato all’Ispra, dove ho trovato un gruppo sano e molto unito”.

Che ricordi hai dell’esperienza a Varese?
“Sono stati anni molto belli, soprattutto prima del fallimento; era una realtà piccola ma pur sempre professionistica. Misurarci contro squadre molto importanti, mi ha permesso di crescere e migliorare. Il ricordo più bello legato a quegli anni è sicuramente la convocazione negli U15 della nazionale, che è avvenuta a seguito della vittoria del trofeo Scirea, conquistato grazie a un 2-1 sul Milan. Durante lo stage azzurro, ho avuto la possibilità di giocare con Kean, Bellanova, Millico: è una grandissima soddisfazione e un ricordo indelebile”.

Quali erano i vostri obiettivi per questa stagione a inizio anno?
“Per l’Ispra si tratta del primo anno in Promozione ed è lo stesso anche per molti dei miei compagni: siamo partiti con l’idea di salvarci. A inizio campionato, probabilmente anche grazie ad uno slancio positivo derivato dalla passata stagione, abbiamo collezionato tanti buoni risultati. Poi col tempo sono emersi dei limiti, quasi naturali e abbiamo perso punti, in particolare a Novembre. Senza questo calo saremmo potuti essere più tranquilli ma nonostante questo siamo pienamente in linea con gli obiettivi”.

Invece quali sono i tuoi obiettivi personali?
“Il mondo del calcio è poco paziente e molto imprevedibile quindi è difficile fare programmi a lungo termine. Preferisco concentrarmi sul presente e cioè far bene con l’Ispra e puntare alla salvezza. Certamente mi piacerebbe giocare in Eccellenza, perchè no anche con l’ispra. A fine stagione capirò quali possibilità effettive ci saranno e deciderò per il mio futuro, ma ripeto: ora conta solo il presente”.

Hai già segnato 2 gol, mica male per un difensore: hai sempre avuto questa propensione offensiva?
“In realtà no, non ho particolari doti offensive: cerco di sfruttare al meglio le palle inattive. In queste situazioni la differenza la fa chi batte angoli e punizioni. Giocare con giocatori come Scapinello la passata stagione e quest’anno Oldrini e Gomez, ti facilita di molto il lavoro. Il mio compito principale è quello di difendere, quello che viene in più è tutto di guadagnato”. 

Avete finito in bellezza il girone di andata; come vivrete la sosta?
“La sosta ci voleva per ricaricare le batterie: è stato un girone di andata parecchio impegnativo, soprattutto per qualche problema di infortuni. Ora sarà importante ricaricare le pile e utilizzare bene il tempo che abbiamo a disposizione per concentrarci sui nostri punti deboli e migliorare l’affinità di squadra. La sosta dà la possibilità di lavorare con tranquillità senza la pressione della domenica e dovremo sfruttarla appieno per presentarci alla prima partita carichi e concentrati sul nostro obiettivo finale”.

Giovanni Enrico Civelli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui