Terza posizione con 17 punti: è questo il verdetto finale della stagione della Vergiatese. Il cammino dei granata era cominciato con la vittoria casalinga contro la Pontelambrese; dopodiché il primo passo falso contro il Milano City, che tuttavia non sarebbe stato il problema più grave. Già, perché di lì a poco i ragazzi di mister Fiorito si vedevano costretti a fermarsi per dieci giorni di isolamento a causa dell’emergenza covid. Rientrare non è stato semplice, anche perché il primo avversario ad attenderli sul terreno di gioco non era niente di meno che la Brianza Olginatese, che mercoledì 12 maggio è uscita vittoriosa dal Landoni. Dopo tre giorni è arrivato il pareggio di Seveso, seguito dalle due vittorie contro Gavirate e Castanese e dalla sconfitta sul campo dell’Ardor Lazzate. Archiviati finalmente i recuperi, i granata hanno conquistato un punto pesante a Venegono, per poi terminare il campionato con il bottino pieno grazie alle vittorie riportate contro Sestese e Luciano Manara.
Il Direttore Generale Franco Tosca ha ripercorso con noi questo breve ma intenso campionato, proiettandosi anche alla prossima stagione, che dopotutto non è così lontana.

Cominciamo da un’osservazione generale: pensa che la classifica rispecchi l’effettivo valore delle 11 squadre o che il format abbia avuto un certo peso?
“Penso che corrisponda al valore delle squadre che erano state allestite per fare queste dieci partite. Certo è che se fosse stato un campionato normale, secondo me alcune società si sarebbero mosse diversamente sul mercato. La Castanese, ad esempio, ha lasciato partire dei giocatori importanti e in generale, visto che non c’erano le retrocessioni, qualcuno magari ha voluto vedere un po’ di giovani all’opera per prepararsi per la prossima stagione”.

Passiamo al vostro bilancio stagionale. Prima che iniziasse il campionato aveva dichiarato che il vostro obiettivo era di dare fastidio alle favorite. Siete arrivati proprio dietro di loro, malgrado lo svantaggio causato dal covid. A pochi giorni dall’ultima partita, com’è l’umore in casa Vergiatese?
“Per come sono andate le cose, penso che alla fine ci siamo meritati sul campo un terzo posto dignitoso, dietro solo a Olginatese e Varesina che già alla vigilia del campionato erano le due favorite e che fino all’ultima giornata hanno rispettato i pronostici. Noi volevamo essere di disturbo e penso che se non fossimo stati colpiti dal covid, avremmo potuto fare di più. Se consideriamo gli scontri diretti, onestamente la sconfitta con l’Olginatese qui a Vergiate e il pareggio con la Varesina a Venegono sono arrivati in un periodo in cui abbiamo giocato 7 partite in 21 giorni. Siamo stati sicuramente penalizzati perché giocatori importanti quali Rovrena, Mammetti, Scapinello, Parini e anche qualche giovane sono stati fermati dal virus e non hanno potuto allenarsi come avrebbero dovuto. Alla fine da quel punto di vista non siamo stati fortunati, ma siamo comunque contenti per quello che è stato fatto. Ora voltiamo pagina e già da settimana prossima inizieremo a preparare la nuova stagione con la speranza di confermare questo gruppo, perché sono ragazzi e giocatori meravigliosi e vorrei vedere quello che potrebbero fare in un campionato normale”.

Quindi l’intenzione è di rinnovare i vari prestiti arrivati per questo mini-campionato?
“La volontà è quella, poi bisogna anche capire che offerte riceveranno questi ragazzi. Noi ci siamo trovati bene con loro e loro si sono trovati bene con noi, quindi si spera di poter procedere così anche per l’anno prossimo. C’è un rapporto di reciproco rispetto e vedremo da parte nostra e loro se si potrà continuare insieme”.

Pensando alla prossima stagione e alla luce di quanto fatto vedere in questi due mesi, qual è il vostro progetto?
“L’obiettivo sicuramente è di fare un buon campionato; prima dobbiamo ristrutturare un po’ la società, vedere il budget a disposizione e capire quali sponsor rimarranno con noi. Poi da lì, in base a quello che riusciremo a raccogliere, cercheremo di preparare la stagione per essere protagonisti anche l’anno prossimo, al di la di chi ci sarà e di chi arriverà”.

Silvia Alabardi

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