Tre settimane fa hanno dato vita ad un bellissimo scontro in campo ed in famiglia, questa domenica si ritroveranno di fronte uno con l’altro, cercando di portare a casa i due punti. E’ il destino dei fratelli De Nicolao, “rivali” in campo complici nella vita, che si ritroveranno faccia a faccia ancora una volta dopo il recentissimo scontro del 15 gennaio, quando a vincere fu Giovanni con Varese.

Questa domenica ci sarà un’altra battaglia tra i biancorossi e una Venezia alla ricerca disperata di punti per uscire dalla zona calda della classifica perché, ci si creda oppure no, la squadra di coach De Raffaele, dovesse perdere con Varese, si troverebbe invischiata nella lotta salvezza, vedendo proprio la OJM scavalcarla a quota 14 punti.
Uno scenario che in laguna vogliono evitare ad ogni costo, come ci racconta in esclusiva Andrea De Nicolao.

Come arrivate a questa sfida dopo lo stop della scorsa settimana con Napoli?
“Prima di pensare a Varese dobbiamo concentrarci sulla trasferta di Eurocup con il Buducnost, poi da giovedì mattina penseremo alla partita di domenica che sarà fondamentale vincere per muovere la classifica, visto che ad oggi un po’ piange”.

In riferimento a questo le chiedo se, tra le cinque annate che ha vissuto in laguna, questa è la più difficile?
“Sì decisamente, sia dal punto di vista dei risultati che di squadra. Ci sono state tante variabili, abbiamo cambiato molto in estate, ci sono stati tanti infortuni, il covid, la sfortuna, è decisamente l’annata meno bella di questi miei cinque anni. Dico sempre però che è una ruota che gira. Ora siamo sul fondo, la ruota girerà e proveremo a tirarci fuori da questa situazione tornando a giocare e a divertirci soprattutto, come abbiamo sempre fatto”.

Quale può essere la chiave di volta di questo vostro momento?
“La vittoria, è quella che poi fa svoltare. Nello sport quando si vince cambia tutto perché la vittoria ti dà spinta, benzina, fiducia e ti permette di allenarti con più serenità. Obiettivamente questi mesi siamo stati sempre destabilizzati da tanti fattori senza riuscire a lavorare con continuità e con l’efficacia e la concretezza che volevamo. Dobbiamo ritrovare queste cose per evitare di perdere partite assurde, come abbiamo fatto fino ad oggi. Con un po’ di serenità e tranquillità le cose torneranno come prima piano, piano”.

Quando siete venuti all’Enerxenia Arena, ormai un mese fa, che Varese avete trovato?
“Abbiamo incontrato una Varese in cantiere in cui si vedeva stesse iniziando un grande cambiamento, nella quale tutti volevano emergere per farsi notare dal nuovo coach. Nelle ultime partite ho visto una squadra molto compatta, con una chiara identità, che gioca insieme e che si aiuta in attacco e in difesa. Credo che Roijakkers stia dando proprio questo imprinting e i risultati si vedono. Chiaro, hanno giocato solo 4 partite sotto la nuova gestione, però sicuramente è un buon inizio e fa ben sperare”.

In questo cambiamento biancorosso chi sta emergendo di più è suo fratello Giovanni, sentendolo, ha percepito che sente maggior fiducia?
“Sicuramente Giovanni sta trovando molto più spazio, il coach gli sta dando tantissima fiducia e questo lo aiuta. Lui è uno che si allena sempre con molta intensità e costanza e Roijakkers è un allenatore che premia queste qualità. Poi ovviamente in campo devi giocare bene, però devo dire che si sta guadagnando questa fiducia ed i risultati stanno arrivando. Tanto del merito è suo, perché è uno che si fa il mazzo, sempre, poi da parte dell’allenatore ci deve essere anche il coraggio di lanciare giocatori più giovani che hanno fame e grinta che magari ti riescono a trascinare emotivamente tutta la squadra ed il palazzetto, visto che a Varese questa cosa è fondamentale”.

Qual è il ricordo più bello che si porta dietro della sua esperienza in biancorosso?
“Sicuramente l’empatia che si era creata tra squadra e pubblico. Ogni volta che vincevamo una partita sembrava di essere diventati campioni del Mondo. C’era un legame tra noi giocatori e i tifosi bellissimo, erano il nostro sesto, settimo ed ottavo uomo in campo. Quando un pubblico sa spingerti così è fondamentale e io questo a Giovanni l’ho sempre detto: se riesci a coinvolgere il pubblico di Masnago le cose diventano più semplici, soprattutto se dimostri di essere un giocatore che mette in campo anima e corpo per la maglia”.

Concludo con due domande in una: la prima è quale sfida lancia a suo fratello per la partita di domenica e che gara si aspetta?
“A Giovanni lancio la sfida di cercare di fare la sua miglior partita dell’anno, continui pure la sua crescita anche contro di noi che per me va benissimo. Più in generale mi aspetto una partita molto tosta, sentita da entrambe le parti contro una Varese che sta trovando la sua identità. Non sarà affatto semplice vincere”.

Alessandro Burin

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